Esteri
Migranti: Meloni in Libia al Trans-Mediterranean Migration Forum
Di Paolo Bozzacchi
Nel cuore del problema. Inizia oggi a Tripoli, in Libia, il Trans-Mediterranean Migration Forum, al quale prendono parte l’Agenzia ONU per le Migrazioni (OIM), l’Unione Africana, la Lega Araba e l’Unione europea. Di singoli Paesi ne partecipano 28, tra cui oltre all’Italia, rappresentata dalla Premier Meloni e dal Ministro degli Interni Piantedosi, Spagna, Grecia, Germania, Austria, Paesi Bassi, Malta, Repubblica Ceca, Niger, Ciad, Sudan, Senegal, Algeria e Tunisia. Il Forum è un’iniziativa libica, e segna di per sé un punto per il GUN, il governo di unità nazionale sostenuto dall’ONU guidato dal premier Abdulhamid Dabaiba.
La cruciale (e scomoda) posizione della Libia
“La crisi migratoria è una crisi internazionale nella quale ogni parte coinvolta deve assumersi le proprie responsabilità”, ha sottolineato il Premier libico Abdulhamid Dabaiba. Ed è proprio intorno all’efficacia della condivisione e della ripartizione di queste responsabilità che si muove la tragedia delle migrazioni che causa migliaia di vittime innocenti ogni anno. La Libia ha dichiarato oltre 2,5 milioni di stranieri irregolari sul suo territorio, mentre l’OIM abbassa questo numero a meno di 800mila. Prima discrasia evidente di un Paese protagonista da anni del passaggio dei migranti sub-sahariani verso l’Europa, e di nuovo prepotentemente in testa a questa speciale, triste classifica.
Gli obiettivi del governo Meloni sul dossier migrazioni
“Africa, Africa, Africa!”. Vi ricordate la canzone di Salif Keita? Fa il paio con le parole di Giorgia Meloni, nuovamente in Libia in pochi mesi, col dossier aperto del Piano Mattei in via di messa a terra, e ben consapevole, come Dabaiba, che la sfida dell’azzeramento dell’immigrazione irregolare passa da un lato per il sostegno e la collaborazione con i Paesi di origine dei migranti, e dall’altro per una collaborazione più stretta ed efficace tra Unione europea e Africa. “Combattiamo insieme la tratta di esseri umani”, ha messo in chiaro Meloni non appena arrivata a Tripoli. “Abbiamo bisogno di una nuova cooperazione, soprattutto tra Ue e Africa per contrastare il fenomeno migratorio all’origine, rispettando il diritto a non emigrare”. Quest’ultimo è un punto fortissimo. La quota di migranti che viaggia per scelta è pari allo zero. Nella stragrande maggioranza dei casi ci si mette in viaggio per sfuggire a guerre, carestie, fame, cambiamento climatico insopportabile. “I migranti illegali sono nemici di quelli legali”, ha continuato Meloni, “negli ultimi anni in Italia non abbiamo potuto consentire di venire a molti migranti legali perché ne avevamo troppi irregolari. Le organizzazioni criminali vogliono decidere chi ha diritto di entrare nel nostro Paese e chi no. Il mio governo ha varato decreti flussi per tre anni, ampliando le quote, anche e soprattutto per le nazioni che ci aiutano a combattere contro i trafficanti di esseri umani”. I flussi migratori verso l’Ue sono in aumento costante. Per la prima volta nel 2022 si è superata quota 5 milioni di arrivi.