Economia

Cdp, il Consiglio passa a 11 membri, le nomine e le quote rosa

16
Luglio 2024
Di Redazione

Dopo tre riunioni, in Cdp trovata la quadra per l’allargamento del Cda da 9 a 11 membri. Le donne passano da quattro a cinque, per rispettare la quota del 40% di quote rosa. Confermato alla presidenza Giovanni Gorno Temprini e come amministratore delegato Dario Scannapieco. Il resto del cda è formato da Matilde Bini, Maria Cannata, Stefano Cuzzilla, Luisa D’Arcano, Francesco Di Ciommo, Luigi Guiso, Giorgio Lamanna, Valentina Milani, Flavia Mazzarella. Escono quindi dal Consiglio Livia Amidani, Amina Girello Garbi, Fabiana Massa Felsani, Giorgo Righetti, Alessandra Ruzzu e Giorgio Toschi.

Fra i nuovi ingressi Maria Cannata, la quale è stata a lungo direttrice dell’ufficio sul debito pubblico ed è oggi presidente di Mts. Milani è avvocato cassazionista, ha lavorato per il Mef ed è consulente di Palazzo Chigi dal 2022, Mazzarella è ex presidente di Bper. Altri volti nuovi sono quelli di Bini, ex direttrice del Mef e di D’Arcano, ex vicepresidente Consip, mentre Cuzzilla è presidente di Trenitalia.

Considerando però anche il Cda inerente alla Gestione separata, che sovraintende il risparmio postale, composto da cinque membri, le donne che subentrano nelle nomine saranno in tutto sette. I nomi della gestione separata non sono ancora noti, ma si parla del direttore generale del Mef Riccardo Barbieri Hermitte e Pier Paolo Italia, dirigente della Ragioneria generale dello Stato, più tre rappresentanti da Regioni, Province e Comuni.

In una nota l’ente controllato dal Tesoro ha dichiarato: «Le modifiche statutarie approvate in sede straordinaria riguardano l’incremento del numero dei membri che compongono il cda da 9 a 11 e il rinvio al rispetto della normativa in materia di equilibrio tra i generi nella composizione degli organi sociali (sia per il cda in composizione ordinaria e separata, sia per il collegio sindacale), nonché la conseguente revisione dei quorum costitutivi e deliberativi rafforzati». Si arriva ora a questo risultato dopo la mediazione che è stata lunga e complessa tra le forze di maggioranza, anche perché non si era accordata subito a una composizione che ottemperasse ai criteri sulle quote rosa. Uno dei motivi per cui si è deciso di ampliare i seggi.