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USA 2024: 123, 4 Luglio, fuochi d’artificio nei cieli d’America (e a casa Biden)
Di Giampiero Gramaglia
È il 4 Luglio, l’Independence Day, la festa nazionale degli Stati Uniti: temperature caldissime, specie all’Ovest e nel Sud; parate; e barbecue in tutti i giardini dell’Unione e anche nei parcheggi. Ma la più torrida è la temperatura dei democratici, che ‘friggono’ per la candidatura di Joe Biden alla Casa Bianca per USA 2024, dopo la disfatta del presidente, una settimana fa, nel dibattito in diretta televisiva sulla Cnn con Donald Trump.
L’ex presidente, invece, candidato repubblicano, ha il vento in poppa, specie dopo che una sentenza della Corte Suprema che fa molto discutere gli ha sgombrato l’orizzonte elettorale dai processi che l’attendono e che, a questo punto, forse non saranno mai celebrati.
Nei sondaggi, il vantaggio di Trump su Biden è cresciuto, dopo il flop del presidente nel dibattito. Secondo un rilevamento del Wall Street Journal, Trump ha il 48% delle preferenze e Biden il 42%, il divario più ampio dal 2021. Il 76% dei democratici ritiene il presidente troppo anziano; due su tre lo sostituirebbero con un altro candidato.
Un sondaggio su USA 2024 del Siena College per il New York Times indica che il vantaggio di Trump su Biden, che era di tre punti il mese scorso, è salito a sei e non è più nei margini d’errore del rilevamento e che tre elettori su quattro giudicano il presidente troppo anziano – la percentuale è aumentata, dopo il dibattito -.
Il fatto nuovo degli ultimi giorni è che esponenti democratici non esitano a esprimere allo scoperto le loro preoccupazioni.
USA 2024: Biden resta o lascia?, indicazioni contraddittorie
E qui si innescano indicazioni molto contraddittorie che vengono dalla Casa Bianca – indiscrezioni di stampa o dichiarazioni ufficiali – circa la possibilità che Biden resti in corsa o si ritiri. Ieri sera, c’è stato un incontro di oltre un’ora, in presenza e virtuale – tra il presidente e oltre 20 governatori democratici, alcuni dei quali hanno poi riferito che il colloquio è stato “sincero”.
Sono state espresse preoccupazioni per l’andamento del dibattito la scorsa settimana. I governatori. Sempre nelle ricostruzioni della stampa, hanno detto a Biden di essere con lui, ma gli hanno anche posto domande sulle sue condizioni.
Il presidente e la sua vice Kamala Harris, di cui si parla molto di più da una settimana in qua, avendo il ruolo di rimpiazzo istituzionale, hanno pure fatto una visita al comitato nazionale democratico, assicurando che intendono continuare a battersi e garantendo ai volontari il loro costante impegno.
Nel pomeriggio, aveva fatto scalpore una breaking news del New York Times, secondo cui Biden avrebbe detto a un suo alleato di stare valutando se ritirarsi o meno: se vera, è la prima ammissione che il presidente si stia rendendo conto di non avere speranze di vittoria se non riesce a convincere la gente che è in grado di svolgere le sue funzioni e e si stia ponendo la questione di essere in grado, o meno, di farcela. Andrew Bates, un portavoce della Casa Bianca, ha seccamente smentito: “È assolutamente falso”.
Il capo dello staff della Casa Bianca Jeff Zients ha riunito tutto il personale per invitare funzionari e assistenti a restare concentrati sul proprio lavoro e a tenere le ricadute politiche del dibattito flop fuori dall’Amministrazione. Bisogna – è il messaggio – “continuare a dare agli americani le risposte che si aspettano sui problemi che hanno a cuore”.
Crescenti preoccupazioni sono state espresse nelle ultime ore da deputati e senatori – se ne contano ormai una ventina, venuti allo scoperto -, donatori, analisti e strateghi democratici, persino alcuni degli stessi consiglieri della Casa Bianca. Una frase ‘pesante’ viene attribuita a Barack Obama, ma non è confermata: “La sua rielezione diventa impegnativa”.
Biden ha iniziato a contattare i suoi sostenitori: ammette che la sua candidatura sta attraversando un momento difficile e che lui deve dimostrare agli elettori di essere all’altezza del compito. C’è chi lo critica per non avere fatto di più subito dopo il dibattito per stemperare il panico creato nel partito e nel pubblico dalla sua performance.
I media, specie Ap, Cnn, New York Times e Washington Post, le cui informazioni si rincorrono ora per ora, notano un cambio d’atteggiamento fra i democratici nell’evocare un ritiro di Biden: l’argomento viene trattato con minore circospezione, non è più un tabù. I repubblicani sono molto più espliciti: il deputato Michael McCaul, presidente della Commissione Esteri della Camera, citato dal Daily Signal, descrive il presidente come “dimentico di ogni cosa intorno a lui”. “Il mondo – dice McCaul – è in fiamme e le prestazioni di Biden peggiorano le cose”.
Lo stesso Trump ha cambiato registro negli ultimi giorni: sembra già quasi rimpiangere il suo rivale perché un altro antagonista potrebbe rivelarsi più ostico da battere.
USA 2024: solo i conti di giugno sono floridi per Biden
Solo i conti sorridono a Biden: per la prima volta da marzo, la sua campagna ha raccolto a giugno più fondi di quella di Trump, 127 milioni di dollari contro 112 milioni. Politico, perà, calcola che, nel secondo trimestre 2024, Trump ha complessivamente raccolto più fondi di Biden, 331 milioni contro 264, e ha oggi più soldi in cassa, 284 milioni contro 240: il vantaggio di Trump è dovuto, in gran parte, all’impennata di donazioni registrata dopo la sua condanna a New York a fine maggio.