Amici politici. Tra assonanze e dissonanze. Lo spartito dell’incontro Meloni-Orban di ieri è stato scritto a quattro mani. Italia e Ungheria suonano le stesse note su gestione migranti, competitività Ue e demografia. Meno intonati sulle trattative in corso a Bruxelles per i posti europei che contano (Consiglio e Commissione) e sul dossier Ucraina. All’alba del semestre Ue di presidenza ungherese che inizierà la prossima settimana.
Energia il nuovo punto di forza
Oltre 600 aziende italiane operano in Ungheria. “L’Italia è il nostro quinto partner economico”, ha sottolineato Orban. E con il via libera sloveno Roma e Budapest stanno pensando di innalzare la cooperazione energetica, creando un collegamento diretto per il gas liquido. Sullo sfondo si consolida un progetto in tandem sulla competitività UE. “L’Europa deve fare in modo che la transizione green non pesi sull’economia. Senza migliorare la competitività perderemo posti di lavoro europei”.
Piena sintonia su gestione migranti e Piano Mattei
“Sulle migrazioni appoggeremo tutto ciò che la premier Meloni ha proposto”. Il riferimento di Orban è agli hotspot esterni, di cui Italia (in Albania) e Ungheria (in Serbia) sono grandi estimatori. Non solo. Orban mostra pieno apprezzamento anche per il Piano Mattei italiano. “O c’è un progetto di sviluppo per l’Africa o ci sarà una migrazione di massa che non potremo gestire”. Un incasso politico non indifferente per il governo italiano.
Distanza su posizionamento in UE
Meloni dialoga col Ppe al lavoro per ottenere per l’Italia un posto di peso quale una Vicepresidenza della Commissione europea che verrà. Orban non solo rifiuta l’idea di entrare nel gruppo Ecr di cui fa parte Fratelli d’Italia perché ne fa parte un “partito romeno molto antiungherese” e per le posizioni sull’Ucraina, ma è durissimo contro il “patto partitico sui top jobs che non rispecchia lo spirito originario dell’Ue”. E sarebbe orientato a dar vita ad un nuovo gruppo di destra insieme al partito di Fico in Slovacchia e l’ex premier ceco Babis con il chiaro obiettivo di rappresentare i Paesi di Visegrad. Di fronte a queste differenze per Meloni e Orban l’unica strada di avvicinamento possibile è nelle parole del premier ungherese: “Ci impegniamo a rafforzare i partiti di destra europei anche se non siamo nello stesso gruppo”. Meloni: “Le nostre posizioni non sono sempre coincidenti ma apprezzo la posizione ungherese in Ue e Nato che consente agli alleati di assumere decisioni importanti anche quando non è d’accordo”. L’implicito riferimento è anche al veto di Budapest allo sblocco degli aiuti militari dello European Peace Facility all’Ue, tenuto sotto scacco dal veto di Orban.