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USA 2024: – 132, le gaffes di Trump non finiscono mai, dagli schiavi agli ebrei

25
Giugno 2024
Di Giampiero Gramaglia

Tutti notano le gaffes di Joe Biden perché ci si aspetta che un presidente degli Stati Uniti non ne faccia, anche se Biden ne ha sempre fatte, e perché possono essere attribuite alla sua età, alimentando il dibattito sui due ‘candidati matusalemme’ di Usa 2024. Nessuno, o quasi, nota, invece, le gaffes di Donald Trump, perché, tanto, si sa, lui ne fa di continuo, mescolandole a falsità vere e proprie e a pegni all’ignoranza. Cui va probabilmente attribuita l’ultima sortita del magnate, che ha detto: “In realtà, penso che George Washington non abbia avuto schiavi”.

Parlando lo scorso fine settimana alla Coalizione Fede e Libertà, un gruppo cristiano conservatore, l’ex presidente ha criticato le proposte di cambiare i nomi delle scuole, delle strutture militari e/o d’altre strutture che ricordano leader confederati che furono proprietari di schiavi, come fra gli altri il primo presidente degli Stati Uniti, che è storicamente provato ne abbia avuto un certo numero.

“Vogliono che il suo nome venga rimosso da quella scuola superiore ma non sanno perché. Sapete, pensano che avesse degli schiavi. Io penso che probabilmente non ce li avesse”, ha detto, secondo quanto riporta la Cnn. Ma a smentirlo sono la storia e lo stesso Washington, che teneva personalmente i registri di tutti i suoi schiavi.

Qualsiasi cittadino americano o turista visiti Mount Vernon, la casa di Washington in Virginia, vista sul Potomac mozzafiato, viene condotto a vedere gli alloggi degli schiavi e riceve dettagliate notizie sulle loro condizioni di vita e di lavoro. Ma questo presuppone un’educazione alla cittadinanza che Trump non ha probabilmente avuto, come la maggior parte dei suoi sostenitori.

Fa invece parte delle gaffes ascrivibili a mancanza di tatto e di gusto quella rivelata da Barbara Res, ingegnere capo della costruzione della Trump Tower e autrice di un libro, Tower of Lies, sui quasi due decenni di lavoro per l’ex presidente: una battuta di spirito sui forni crematori nazisti davanti ad ebrei. “Avevamo appena assunto un ‘residential manager’, un tedesco”, racconta Res alla Msnbc. “E Trump si vantava con noi dirigenti, eravamo in quattro, di quanto fosse bravo quel tipo e di come fosse un vero gentiluomo, così ordinato e pulito. Poi guardò un paio di noi, che guarda caso erano ebrei, e disse: ‘Attenti a quel tizio… In un certo senso, si ricorda dei forni’; poi sorrise … Tutti rimanemmo scioccati … Non potevo credere che lo avesse detto: stava scherzando sui forni nazisti, … è fatto cosi”.

USA 2024: campagna di Trump all’offensiva sull’aborto
Joe Biden e i democratici hanno lanciato un’offensiva contro Trump nel secondo anniversario, ieri, dell’annullamento da parte della Corte Suprema, della tutela federale sul diritto di aborto. Spot e dichiarazioni sostengono che l’ex presidente è “l’unico responsabile di questo incubo”, perché designò i tre giudici conservatori che hanno determinato il ribaltamento delle regole.

“Decenni di progresso sono andati in pezzi perché quel tizio è stato quattro anni alla Casa Bianca … Cercheranno di vietare il diritto di scelta a livello nazionale, poi interverranno sul controllo delle nascite e la fecondazione in vitro”, ammonisce Biden, impegnandosi – se sarà rieletto – a ripristinare la tutela sull’aborto e a proteggere le libertà americane. Sul tema aborto, i democratici hanno fatto ben 1600 eventi negli Stati in bilico.

USA 2024: dibattito, la campagna di Trump mette le mani avanti e rivaluta Biden
Dopo avere denigrato per mesi Joe Biden definito uno “zombie cerebralmente morto”, che non riesce a finire una frase o a scendere da un palco, Donald Trump e la sua campagna cambiano tono in vista del primo dibattito in diretta televisiva fra i due rivali, giovedì sera –notte, per l’Italia -, dagli studi della Cnn di Atlanta.

Trump mette le mani avanti nel caso di una prestazione di Biden migliore del previsto, suggerendo che il suo rivale possa essere “imbottito” di farmaci (alias droga) per garantirsi un buon rendimento. Il presidente si è improvvisamente trasformato in “un oratore di valore”, che ha notevoli capacità, un veterano politico che non deve essere sottovalutato.

Il governatore del North Dakota Doug Burgum, uno dei possibili vice di Trump, alza l’asticella: “Quel tizio si è candidato più di una dozzina di volte, si è candidato alla presidenza quattro volte. Fa campagna da quando Nixon era presidente. Ha delle capacità”.

Il gioco della definizione delle aspettative prima del dibattito è spesso assurdo: nel 2004, l’allora presidente George W. Bush deve dire di John Kerry, il suo rivale democratico, che era un oratore “migliore di Cicerone”. Ma il cambiamento di tono da parte dei collaboratori di Trump suggerisce, secondo la Cnn, la preoccupazione di avere fissato un livello d’attesa eccessivamente basso, rischiando di favorire Biden, che potrebbe apparire migliore del previsto.

La giudice Aileen Cannon ha ieri iniziato a vagliare le argomentazioni dei legali di Trump, che le chiedono di mettere fuori gioco il procuratore speciale Jack Smith, che ha condotto l’inchiesta sulle centinaia di documenti sottratti dall’ex presidente dalla Casa Bianca e malamente custoditi nella sua dimora di Mar-a-lago. Cannon vaglia anche una richiesta dell’accusa d’imporre al magnate il silenzio sul caso. La giudice è oggetto di polemiche per la sue decisioni favorevoli alle tattiche dilatorie della difesa.

Gli avvocati di Hunter Biden, il figlio del presidente in pectore e candidato dem a USA 2024, hanno ripresentato una mozione per chiedere un nuovo processo per il possesso illegale di un’arma, una settimana dopo che analoga mozione era stata ritirata senza spiegazione. Una giuria ha ritenuto Hunter colpevole di tutti e tre i capi d’imputazione legati alle sue false dichiarazioni sull’uso di droghe quando acquistò una pistola nel 2018.