Politica

Meloni in Albania visita i centri italiani per i migranti

05
Giugno 2024
Di Giuliana Mastri

«Il complesso dei due centri sui migranti in Albania sarà operativo dal 1° agosto. L’accordo potrebbe essere replicabile in molti Paesi, potrebbe diventare una parte della soluzione strutturale dell’Ue. Lo capiamo noi e lo capiscono i sostenitori dell’immigrazione incontrollata che lo contestano», ha detto Giorgia Meloni oggi nella sua visita in Albania dove ha incontrato (con Matteo Piantedosi) il Premier albanese Edi Rama. I due Paesi avevano firmato un accordo grazie al quale l’Albania avrebbe ospitato due centri accoglienza per migranti, con la gestione e gli oneri che ricadono sull’Italia.

Meloni ha visto il centro di prima accoglienza di Shengjin. 4.000 metri quadri di container per l’accoglienza e gli uffici per le autorità italiane. Potranno arrivare 200 persone alla volta, che poi saranno trasferite a Gjader, la struttura per il trattenimento per le procedure di verifica dei requisiti di permanenza in Italia e di rimpatrio, ma il secondo centro è ancora da completare. Una volta in funzione l’hotspot, secondo il direttore, «non ci saranno problemi per il funzionamento delle altre aree dello scalo».

Si partirà da più di mille posti, che arriveranno ai 3.000 previsti dal protocollo. «Questo accordo sta diventando un modello, qualche settimana fa circa 15 nazioni europee su 27, hanno sottoscritto un appello alla Commissione per chiedere, fra le altre cose, che si segua il modello italiano – ha affermato Giorgia Meloni –. Non stiamo spendendo risorse aggiuntive ma stiamo facendo un investimento. Il protocollo prevede spese da 670 milioni di euro per 5 anni, 134 milioni all’anno che corrispondono al 7,5% delle spese connesse all’accoglienza dei migranti sul territorio nazionale: queste risorse non sono da considerare un costo aggiuntivo. I migranti condotti qui in Albania avrebbero dovuto comunque essere condotti in Italia, dove costano. L’elemento di maggiore utilità di questo progetto è che può rappresentare uno straordinario strumento di deterrenza a chi vuole raggiungere irregolarmente l’Europa, e di contrasto ai trafficanti. E questo vuol dire portare a un contenimento dei costi. Le opposizioni prima ci accusano di star facendo una nuova Guantanamo, poi si lamentano di ritardi nel fare Guantanamo».

Edi Rama ha dichiarato: «Devono vergognarsi coloro che hanno trasformato il diritto democratico a opporsi all’accordo sui migranti tra Italia e Albania in un abuso del quarto potere, sulla pelle dell’Albania, degli albanesi e dello stesso pubblico italiano». Meloni ha espresso «solidarietà all’Albania e al suo popolo» per la «campagna denigratoria contro l’Albania, dipinta come un narco-Stato governato dalla criminalità organizzata». «Si può avere dubbi su tutto, anche sulla bontà dell’accordo sui migranti con l’Italia, se sarà un errore sarà un errore di cuore, non di calcoli malvagi», ha aggiunto Rama.

Meloni parla di 670 milioni, ma secondo alcuni media i costi potrebbero essere più alti, arrivando a 850 milioni per la realizzazione e gestione dei centri per 5 anni, più le spese aggiuntive, come ad esempio il bando pubblicato dal Viminale per il noleggio, per 90 giorni, di una nave privata che dovrà trasportare, a partire da settembre, i migranti dal Mediterraneo all’Albania.

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