Politica

Via libera del Cdm a decreto legge e ddl su liste di attesa in sanità 

04
Giugno 2024
Di Ilaria Donatio

Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge e al disegno di legge per l’abbattimento delle liste di attesa. Il Cdm, riunitosi oggi, 4 giugno 2024, aveva all’ordine del giorno la discussione sul decreto legge riguardante “misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie”. 

Decreto che rappresenta la risposta del governo alla preoccupazione per le lunghe liste d’attesa nel sistema sanitario pubblico: una misura da portare a casa prima delle elezioni europee e da far valere in sede di voto.

I due provvedimenti in chiave anti liste d’attesa
La strategia del governo per affrontare il problema delle liste di attesa si articola in due distinti provvedimenti. In primo luogo, un decreto legge “leggero” che non richieda ingenti risorse finanziarie e che prevede misure immediate e di impatto organizzativo. In secondo luogo, un disegno di legge (ddl) più complesso che includerà provvedimenti che necessitano di maggiori risorse, con tempi di approvazione più lunghi.

Le misure del decreto legge
Il decreto legge approvato dal Cdm introduce diverse misure chiave che hanno lo scopo di migliorare l’efficienza del sistema sanitario senza richiedere risorse economiche significative, a detta del governo. Tra queste, l’estensione degli orari per visite ed esami anche nei weekend, la creazione di una piattaforma di monitoraggio delle prestazioni gestita dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, vigilata dal ministero della Salute, per bilanciare domanda e offerta e l’interoperabilità dei sistemi regionali.

Con questo decreto, se le cure previste non possono essere fornite nei tempi previsti dalla legge, l’Asl di competenza dovrà intervenire, fornendo al cittadino interessato il permesso di “saltare la coda” e ricevere la prestazione sanitaria dai liberi professionisti che lavorano in ospedale o dai privati accreditati.

Le ispezioni
Viene inoltre introdotta una struttura ispettiva dedicata e l’implementazione dei Centri unici di prenotazione (Cup) regionali, includendo il settore privato accreditato e l’acquisto di pacchetti di prestazioni in regime di intramoenia. Una novità importante riguarda l’accesso alla telemedicina, che sarà esteso anche ai medici di famiglia e ai pediatri. Tuttavia, il contributo delle “farmacie dei servizi”, ovvero le farmacie che offrono servizi ulteriori ai pazienti, sembra al momento meno definito rispetto alle bozze iniziali del decreto.

Il disegno di legge a cui il Cdm ha dato l’ok, invece richiederà tempi di approvazione più lunghi e includerà misure più onerose dal punto di vista finanziario. Tra queste, l’innalzamento della spesa per il privato, il taglio delle tasse sugli straordinari dei medici, l’aumento della tariffa oraria per gli specialisti di ambulatorio, il coinvolgimento degli specializzandi e le risorse aggiuntive per il personale sanitario.

Squillaci: “Ognuno farà la sua parte”
“Piena collaborazione con le Regioni, siamo certi che ognuno farà la sua parte. E non è vero che la sanità pubblica sta morendo. Questo non è proprio così, la sanità italiana è vista come un punto di riferimento, come sistema universalistico di cure anche da chi spende più soldi di noi ed è meno efficiente”. È il ministro della Salute Orazio Schillaci a dirlo al termine del Cdm dove sono stati approvati i provvedimenti anti-liste di attesa. “Dal primo gennaio 2025 sarà abolito il tetto di spesa per il personale sanitario. Per il recupero delle liste di attesa, il sistema sanitario nazionale si potrà avvalere di specialisti ambulatoriali interni che sono già in servizio. Per incentivare questi professionisti si prevede un incremento della tariffa orario delle prestazioni aggiuntive fino a 100 euro”.