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Usa 2024: – 165, Haley sente il richiamo della mandria, vota per Trump
Di Giampiero Gramaglia
Dopo avere giudicato Donald Trump non adatto alla presidenza ed averlo antagonizzato nella corsa alla nomination repubblicana a Usa 2024, Nikki Haley sente “il richiamo della mandria” che aveva tanto deprecato nel suo partito e annuncia che voterà per il magnate ex presidente.
L’ex governatrice della South Carolina, ed ex rappresentante all’Onu degli Usa di Trump, torna dunque alla stalla del Maga, da cui era uscita per contendere la nomination al suo ex (e forse futuro) boss, cui non aveva dato il suo endorsement quando aveva abbandonato la competizione.
L’annuncio di Haley è venuto, non troppo a sorpresa, come spiega con un pizzico di malizia la Cnn, ieri allo Hudson Institute di Washington, nella prima sortita pubblica della ex governatrice dopo la sospensione della sua campagna ai primi di marzo, dopo avere subito una lancinante sconfitta nel suo Stato.
La decisione di Haley è un voltafaccia rispetto a quanto da lei detto e fatto negli ultimi 16 mesi, cioè da quando, nel febbraio 2023, scese in lizza per la nomination repubblicana.
Rispondendo a una domanda su quale candidato preferisse tra Trump e il presidente Joe Biden, almeno dal punto di vista della politica estera, Haley ha risposto: “Voterò per Trump”, perché “Biden è un disastro”. E ha aggiunto che spetta all’ex presidente conquistare l’appoggio di quanti hanno votato per lei nelle primarie (e continuano, o forse continuavano, a farlo, anche dopo che lei s’è fatta da parte).
La stampa Usa vede nel gesto di Haley un segnale di consolidamento del sostegno repubblicano all’ex presidente, anche da parte di coloro che lo considerano una minaccia per la democrazia.
Dal canto suo, la campagna di Biden sta cercando di acquisire il voto dei sostenitori di Haley, attraverso un gruppo di Repubblicani per Biden, attivo specie negli Stati in bilico, dove potrebbero rivelarsi determinanti.
Usa 2024: Georgia, pm del processo a Trump (che non si farà) vince primarie
A conti fatti, Fanni Willis non sarà forse riuscita a portare Donald Trump sul banco degli imputati, ma sarà probabilmente rieletta. La pm del processo per i tentativi del magnate, e dei suoi sodali, ri rovesciare l’esito del voto del 2020 in Georgia, ha vinto le primarie democratiche e sarà di nuovo candidata alla carica di procuratore generale della contea di Fulton, quella di Atlanta, la capitale dello Stato, in una sfida a due con un repubblicano ‘trumpiano’, Courtney Kramer, che fu stagista alla Casa Bianca durante la presidenza Trump e che partecipò alle manovre per rovesciare l’esito del voto nel 2020.
Il processo è intanto slittato ‘sine die’, per le tattiche dilatorie del magnate, che continuano a giocare su storie di lenzuola della pm – del tutto ininfluenti -, oltre che a godere della collusione di fatto della Corte Suprema. Pure il giudice Scott McAfee, che ha autorizzato Willis a portare avanti l’azione contro Trump, nonostante le illazioni della difesa del magnate, ha vinto le sue primarie.
Non solo l’ex presidente, però, gioca la carta dei rinvii in tribunale. Anche Hunter Biden, il figlio del presidente, ha chiesto e ottenuto un rinvio del suo processo per reati fiscali in California, che dovrebbe ora cominciare a settembre. Hunter, però, deve prima comparire in giudizio, il 3 giugno, in Delaware, per avere acquistato una pistola senza dichiarare la sua tossico-dipendenza.
Prosegue, intanto, la saga delle bandiere nelle case del giudice della Corte Suprema Samuel Alito. Dopo le polemiche suscitate da un vessillo degli insorti del 6 gennaio 2021, esposto nel giardino dell’abitazione in Virginia, eccone spuntare un altro fuori dalla casa al mare: una bandiera del tipo ‘Appeal to Heaven’, un abete in campo bianco, simbolo di chi vuole un governo più ‘christian minded’.