Ambiente
G20 Ambiente a Napoli: primo accordo sulla protezione di mari e oceani
Di Redazione
di Paolo Bozzacchi
Proteggere mari e Oceani intensificando l’impegno a tutti i livelli per conservazione, protezione e ripristino e uso sostenibile dell’Oceano, dei mari e delle risorse marine. Come? “Identificando degli Area based management tools (ABMTs), incluse le Aree marine protette, che siano rappresentative ecologicamente, equamente ed efficacemente gestite”. Questo quanto si legge nella Dichiarazione finale congiunta al termine del primo giorno dei lavori in corso in Campania, a Napoli, della ministeriale Ambiente, Clima ed Energia del G20.
I Paesi membri hanno confermato l’impegno assunto con la precedente presidenza saudita sulla “tutela delle barriere coralline, come pure il riconoscimento del “ruolo centrale delle Convenzioni e organizzazioni regionali (Regional Sea Conventions ed RFMOs)”. L’impegno 20 è anche al “supporto e implementazione di politiche marittime sostenibili, e in particolare di misure che agevolino i processi di transizione verso la decarbonizzazione ed efficienza energetica nei porti e nelle città costiere, tra cui la designazione di Aree Speciali ed Aree ad Emissione Controllata (ECA), attraverso l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) e il supporto ai lavori in ambito IMO per la riduzione totale delle emissioni inquinanti provenienti dal settore marittimo entro il 2050”. Confermati anche gli impegni assunti durante la presidenza giapponese per la “eliminazione della pesca non sostenibile” e in particolare della cosiddetta Illegal, Unreported and Unregulated Fishing (IUU), oltreché si ogni sussidio dannoso alla pesca.
Non solo. I Rappresentati G20 hanno anche deciso di “concludere quanto prima il negoziato per un accordo internazionale giuridicamente vincolante che disciplini la conservazione e l'uso sostenibile della biodiversità marina nelle acque al di là della giurisdizione nazionale".
Supporto anche per i “negoziati in corso in tema di attività di estrazioni minerarie sottomarine per lo sviluppo di una regolamentazione internazionale in linea con l'approccio precauzionale che assicuri la protezione dell'ambiente marino da eventuali effetti dannosi derivanti da tali attività".
Per quel che riguarda l’Area dell’Antartide è stata manifestata la “volontà di appoggiare l’impegno della Commissione per la Conservazione delle Risorse marine viventi in Antartide e sviluppare un sistema rappresentativo di aree marine protette nell'area della Convenzione".
Il richiamo della Dichiarazione è all’Obiettivo 30/30, che ha visto l’Italia “porre un altro passo nel percorso di adozione del Quadro Globale per la Biodiversità (CBD) post 2020”.
In tema di rifiuti nei mari (Marine Litter) è stata riconosciuta la "necessità di intensificare la collaborazione con il settore privato, le organizzazioni internazionali e le parti interessate pertinenti per stimolare la progettazione di alta qualità di prodotti durevoli e riciclabili, per accrescere la consapevolezza e per costruire le competenze in materia anche attraverso l'educazione ambientale".
A Napoli la partenza decisa dei lavori è stata inaspettata. Come un tuffo carpiato in un mare meno inquinato.