Fill the gap

Natalità, il Papa: aiutare una madre a non scegliere tra lavoro e figli

10
Maggio 2024
Di Giuliana Mastri

Secondo le proiezioni Istat, nel 2050 ogni 100 giovani gli anziani saranno più di 300, mentre le nascite, che nel 2023 sono state 379.000, calerebbero fino a 350.000 nuovi nati nel 2050. Per compensare lo squilibrio generazionale occorre investire sulle nuove generazioni, valorizzando di più i giovani.

Da qui la ragione della 4ª edizione degli Stati Generali della Natalità dal titolo “Esserci – più giovani più futuro”, che si chiude oggi all’Auditorium della Conciliazione di Roma. L’evento è promosso dalla Fondazione per la Natalità che ha presentato il report “Esserci più giovani più futuro”.

Con l’Istat la Fondazione ha pubblicato lo studio “Dai numeri alla realtà” e già illustrata da Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità e Sabina Prati, direttrice centrale Istat. Secondo De Palo «Il problema della natalità in Italia, non è né una questione economica né culturale, ma di libertà: non sono libere le coppie che vorrebbero avere un figlio o farne un altro, in Italia la nascita di un figlio è il secondo fattore di incidenza nella povertà; non sono libere le donne costrette ancora a scegliere tra maternità e carriera; non sono liberi i giovani, con il loro tasso di occupazione saldamente all’ultimo posto tra i Paesi dell’Unione Europea, precari nel lavoro e nella vita. L’analisi è chiara. Ora serve la sintesi della politica. Abbiamo bisogno di un obiettivo condiviso anche perché non servono i bonus, ma riforme strutturali come il Quoziente familiare. Altrimenti perderemo la partita senza nemmeno aver provato a giocarla».

Nel programma della seconda giornata ha spiccato l’intervento, dal vivo, di Papa Francesco: “C’e un dato che mi ha detto uno studioso della demografia: in questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali: uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita. E questi sono gli investimenti che danno più reddito – ha affermato il Pontefice –. A livello istituzionale, per contrastare la denatalità, urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine. C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni. Bisogna porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli; oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale».

Il Papa ha continuato dicendo: «Importante promuovere a livello sociale una cultura della solidarietà e della generosità intergenerazionale per rivedere abitudini e stili di vita rinunciando a ciò che è superfluo allo scopo di dare ai giovani una speranza per il domani. E infine: «Scartare i nonni è un suicidio culturale. Non dobbiamo dimenticarli. Il futuro lo fanno i giovani e i vecchi insieme: il coraggio e la memoria insieme. Per favore, parliamo anche dei nonni che non sono il passato. Aiutano il futuro. Abbiamo cura dei nonni. È molto importante».