Fill the gap
Natalità, il Papa: aiutare una madre a non scegliere tra lavoro e figli
Di Giuliana Mastri
Secondo le proiezioni Istat, nel 2050 ogni 100 giovani gli anziani saranno più di 300, mentre le nascite, che nel 2023 sono state 379.000, calerebbero fino a 350.000 nuovi nati nel 2050. Per compensare lo squilibrio generazionale occorre investire sulle nuove generazioni, valorizzando di più i giovani.
Da qui la ragione della 4ª edizione degli Stati Generali della Natalità dal titolo “Esserci – più giovani più futuro”, che si chiude oggi all’Auditorium della Conciliazione di Roma. L’evento è promosso dalla Fondazione per la Natalità che ha presentato il report “Esserci più giovani più futuro”.
Con l’Istat la Fondazione ha pubblicato lo studio “Dai numeri alla realtà” e già illustrata da Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità e Sabina Prati, direttrice centrale Istat. Secondo De Palo «Il problema della natalità in Italia, non è né una questione economica né culturale, ma di libertà: non sono libere le coppie che vorrebbero avere un figlio o farne un altro, in Italia la nascita di un figlio è il secondo fattore di incidenza nella povertà; non sono libere le donne costrette ancora a scegliere tra maternità e carriera; non sono liberi i giovani, con il loro tasso di occupazione saldamente all’ultimo posto tra i Paesi dell’Unione Europea, precari nel lavoro e nella vita. L’analisi è chiara. Ora serve la sintesi della politica. Abbiamo bisogno di un obiettivo condiviso anche perché non servono i bonus, ma riforme strutturali come il Quoziente familiare. Altrimenti perderemo la partita senza nemmeno aver provato a giocarla».
Nel programma della seconda giornata ha spiccato l’intervento, dal vivo, di Papa Francesco: “C’e un dato che mi ha detto uno studioso della demografia: in questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali: uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita. E questi sono gli investimenti che danno più reddito – ha affermato il Pontefice –. A livello istituzionale, per contrastare la denatalità, urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine. C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni. Bisogna porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli; oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale».
Il Papa ha continuato dicendo: «Importante promuovere a livello sociale una cultura della solidarietà e della generosità intergenerazionale per rivedere abitudini e stili di vita rinunciando a ciò che è superfluo allo scopo di dare ai giovani una speranza per il domani. E infine: «Scartare i nonni è un suicidio culturale. Non dobbiamo dimenticarli. Il futuro lo fanno i giovani e i vecchi insieme: il coraggio e la memoria insieme. Per favore, parliamo anche dei nonni che non sono il passato. Aiutano il futuro. Abbiamo cura dei nonni. È molto importante».