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Usa 2024: – 183, sei mesi all’Election Day, un punto sulla campagna e sul processo

05
Maggio 2024
Di Giampiero Gramaglia

Sei mesi esatti all’Election Day, il 5 novembre 2024; e il processo a New York a Donald Trump, dopo tre settimane, potrebbe essere già giunto a metà strada. La campagna elettorale per Usa 2024 brucia i tempi, in un fine settimana in cui oltre 400 ospiti, tra donatori e politici di alto profilo, vengono accolti dal magnate candidato nella lussuosa residenza di Mar-a-lago in Florida.

L’evento è aperto solo a chi può donare un minimo di 25.000 dollari, 100.000 per le coppie: un’occasione per rimpolpare le finanze della campagna, che paga le spese legali dell’ex presidente, impegnato, con tutta una serie di costosi artifici legali, a evitare di essere processato prima del voto – solo a New York non ci è riuscito -. L’appuntamento serve, inoltre, a tastare il polso ai potenziali ‘vice Trump’.

Tra i vice-presidenti di cui si parla, la kermesse di Mar-a-lago vede presenti i senatori Marco Rubio e Tim Scott, il governatore del North Dakota Doug Burgum e la governatrice del South Dakota Kristi Noem, oggetto di critiche per avere raccontato di aver ammazzato il suo cane di pochi mesi perché “non si comportava bene” e per avere mentito, nella sua auto-biografia, su un suo incontro con il leader nord-coreano Kim Jong-un.

Gli intervenuti a Mar-a-lago sono stati aggiornati sullo stato della corsa alla presidenza dai manager della campagna di Trump Chris LaCivita e Susie Wiles e dal suo sondaggista Tony Fabrizio.

Usa 2024: il processo a Trump a New York, verso testi chiave con un’incognita
Il processo a Trump in corso a New York, che riguarda il pagamento in nero a una pornostar, Stormy Sanders, all’anagrafe Stephanie Clifford, perché tacesse su una relazione con il magnate avuta nel 2006, ha finora visto sfilare testimoni dell’accusa.

Obiettivo: dimostrare l’esistenza di uno schema, orchestrato e finanziato da Trump, per evitare che gli elettori ricevessero informazioni negative sul suo conto nella campagna elettorale di Usa 2016: fra gli altri, l’editore della rivista che comprava l’esclusiva di interviste e non le pubblicava, l’avvocato dei ‘ricchi e famosi’ che avevano storie da farsi comprare, il bancario cui si rivolgeva l’avvocato e faccendiere del magnate candidato, l’ex manager della sua campagna e poi direttrice delle comunicazioni alla Casa Bianca, Hope Hicks, che, sul banco dei testimoni, stava per scoppiare in lacrime, conscia di raccontare cose che possono nuocere al suo ex boss.

Mancano ancora i testi chiave, entrambi ‘scivolosi’ per l’accusa perché attaccabili dalla difesa: l’avvocato faccendiere Michael Cohen, già condannato del suo e bandito dall’ordine degli avvocati; e la pornostar Stormy Daniels, che ha costruito su questa vicenda un’ulteriore notorietà. Resta, invece, un’incognita se la difesa chiamerà a deporre l’imputato, perché questo significherebbe esporlo al contro-interrogatorio dell’accusa.

Usa 2024: la campagna di Trump, lenta negli Stati chiave
Il processo, che impone al magnate candidato di essere presente in aula a New York quattro giorni la settimana, rallenta indubbiamente la campagna di Trump, che molto se ne lamenta. Gli analisti, però, avevano già notato, anche prima del processo, una certa lentezza, se non riluttanza, di Trump a fare campagna negli Stati chiave di Usa 2024, a cominciare da Michigan e Pennsylvania, dove, invece, il presidente democratico Joe Biden è più presente.

Il cambio di leadership del Comitato nazionale repubblicano ha bloccato i programmi già esistenti per l’assunzione di centinaia di persone e l’apertura di decine di nuovi centri negli Stati in bilico e per dialogare con le minoranze, senza che le alternative siano chiare. Invece, la campagna di Biden si focalizza sulle minoranze nera e ispanica e sugli Stati in bilico, aprendo cento nuovi uffici e assumendo 350 persone.

Usa 2024: la campagna di Biden, fuori dalla bolla
La campagna del presidente, negli ultimi due mesi, è uscita dalla bolla in cui era prima rimasta, anche per il timore che Biden mostrasse debolezze o facesse gaffes: poche, anzi pochissime conferenze stampa; gradini meno alti per imbarcarsi sull’Air Force One; spostamenti minuziosamente curati nel dettaglio; possibilità d’improvvisazioni ridotta all’osso.

La Casa Bianca ha costruito, negli anni, una bolla intorno al presidente per schermarlo da incidenti di percorso, sapendo che, a causa dell’età, ogni eventuale passo falso sarebbe amplificato dei media.

Forse anche a causa dei sondaggi negativi, e che restano in generale tali, Biden appare più attivo e più dinamico. Ma, se Trump ha l’handicap del processo, lui, come candidato. ha l’handicap, molto pesante, delle guerre e della routine da governante, che lo impegnano e che possono alienargli favori più che conquistargliene – vedasi le proteste dei giovani contro l’improduttivo atteggiamento degli Stati Uniti nel conflitto mediorientale -.

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