Si accendono ufficialmente i motori della campagna elettorale per le Europee di giugno. Una tornata elettorale che dominerà le cronache politiche per le prossime settimane, perché al suo esito sono legate tante dinamiche destinate a influire in modo rilevante sugli equilibri politici nazionali. Innanzitutto nella maggioranza, dove è iniziata la conta. Fratelli d’Italia vuole legittimare la sua leadership, per continuare a fare l’ago della bilancia nelle prossime decisioni cruciali, dalla programmazione economica al futuro giro di nomine delle partecipate. La Lega deve provare a superare Forza Italia, in modo da conservare l’attuale establishment, con Salvini al comando. Diversamente, è probabile che la successione alla guida del Carroccio si apra ufficialmente.
A sinistra, invece, il progetto del campo largo sembra naufragato, ma il Partito Democratico, proprio per questo, ha bisogno di consolidare e implementare il suo consenso per rimanere la principale forza di opposizione e resistere alla crescita dei 5Stelle, sempre più intransigenti e puristi nella loro postura politica.
Per questo nelle liste appena chiuse si è pensato alla strategia, oltre che all’effettiva selezione della rappresentanza europea. Motivo per cui sono stati candidati capolista la Meloni e Tajani, ma anche Vannacci per la Lega, che potrebbe essere la vera rivelazione di questa elezione. Il PD ha invece candidato la segretaria Elly Schlein, anche lei con lo scopo di trainare il voto. E anche Stefano Bonaccini si è immolato, anche se nel suo caso l’eventuale elezione lo vedrebbe, come annunciato, rinunciare alla presidenza della regione Emilia e optare per lo scranno del Parlamento europeo. Per il resto sono tanti i nomi noti tra i candidati. Il Partito Democratico ha arruolato Antonio Decaro, sindaco di Bari finito nell’occhio del ciclone per le recenti inchieste, gli ex presidente e vicepresidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e Massimiliano Smeriglio, i sindaci di Firenze e Pesaro Dario Nardella e Matteo Ricci e la già deputata europea Alessandra Moretti.
Matteo Renzi è candidato come ultimo in lista in quattro circoscrizioni su cinque con “Stati Uniti d’Europa”, che riunisce Italia Viva, +Europa, Radicali e Psi. Il fatto di essere in fondo fa pensare più a candidatura di servizio, ma nel caso di Renzi i giochi sono aperti.
Per Azione Carlo Calenda chiede la fiducia degli elettori e si presenta in tutte le circoscrizioni, non si candida invece Giuseppe Conte, che nella lista del Movimento Cinque Stelle schiera l’ex Presidente dell’Inps Pasquale Tridico oltre all’ex calciatrice Carolina Morace.
La settimana è stata importante anche per la visita a Roma del Re di Giordania Abdullah II. Tre tappe, con Meloni, Mattarella e il Papa, utili a rafforzare il ruolo della Giordania come alleato sempre più affidabile nella regione, grazie alla sua moderazione e alla politica filo-occidentale. Quello che succede in Giordania, ormai, è di grande rilevanza per l’Europa, e le recenti tensioni interne e regionali hanno portato a un coinvolgimento europeo sempre maggiore nei confronti della monarchia.
Nel weekend, invece, Mattarella si reca a New York, una visita nel corso della quale fa anche tappa al Palazzo di vetro dell’Onu per ribadire l’impegno italiano per il multilateralismo nel contesto delle nuove sfide internazionali. È chiaro che l’Italia sta impegnando tutte le sue forze per giocare un ruolo da protagonista nel disegnare le nuove geografie politiche dell’area e acquisire uno standing internazionale che rincorre da tempo e che con questo governo sta effettivamente raggiungendo.