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Usa 2024: – 200, Johnson sulla griglia, Mayorkas assolto, Trump riceve Duda
Di Alessandro Caruso
A 200 giorni esatti dall’Election Day, il 5 novembre, una giornata densa di eventi forse marginali, per l’esito della corsa alla presidenza tra Joe Biden e Donald Trump, ma significativi del clima politico e giudiziario negli Stati Uniti. In una pausa del processo in corso a New York, il magnate, candidato repubblicano ‘in pectore’ alla Casa Bianca, ha avuto ospite a cena il presidente polacco Andrzej Duda, proseguendo in quella che molti media definiscono una sua “diplomazia ombra”.
Nelle ultime settimane, infatti, Trump ha già ricevuto a Mar-a-lago in Florida il premier ungherese Viktor Orban e il ministro degli Esteri britannico David Cameron, come Duda politicamente vicini ai conservatori e ai ‘trumpiani’. Quando Trump era alla Casa Bianca, Duda progettava di costruire in Polonia un ‘Fort Trump’ per ospitare le truppe Usa. Il magnate ha pure incontrato il figlio dell’ex presidente brasiliano Jair Messias Bolsonaro e avrebbe avuto contatti telefonici – l’indiscrezione non è confermata – con il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman.
Usa 2024: Senato, il processo di impeachment a Mayorkas chiuso prima di cominciare
Ieri, il Senato ha chiuso in tempi record il più breve procedimento di impeachment della storia Usa: con 51 sì e 49 no, lungo linee rigidamente partitiche, che nulla hanno a che vedere con la giustizia, il Senato ha archiviato come incostituzionali i capi d’imputazione trasmessigli dalla Camera, anche lì lungo linee rigidamente partitiche, contro il segretario alla Sicurezza interna Alejandro Mayorkas, messo in stato d’accusa per la crisi dei migranti al confine con il Messico.
Il procedimento di impeachment è così naufragato senza che le accuse fossero neppure illustrate e, quindi, senza un voto di condanna o di assoluzione: il processo è finito prima di cominciare, rendenbdo palesemente inutili, come già si sapeva, mesi di istruzione da parte della Camera.
Nell’illustrare la mozione per cassare le accuse, il capo della maggioranza democratica al Senato, Chuck Schumer, ha spiegato che un membro dell’Amministrazione non può essere rimosso dall’incarico solo perché ha condotto le politiche dell’Amministrazione.
Usa 2024: Camera, Johnson ‘test case’ sicurezza internazionale e potere nazionale
Quanto sta avvenendo, in questi giorni, alla Camera Usa è un ‘test case’ della tentazione ‘trumpiana’ di subordinare la sicurezza internazionale, e anche statunitense, ai giochi di potere domestici. C’è in ballo la sorte dello speaker repubblicano della Camera Mike Johnson, che, nonostante l’avallo avuto da Trump di recente, rischia una mozione di sfiducia da parte di deputati ‘trumpiani’: la contesa, tutta interna ai repubblicani, è lo sblocco degli aiuti all’Ucraina, insieme o separatamente da quelli per Israele e per Taiwan. I fondi sono bloccati dal novembre scorso.
Lo speaker vuole mettere al voto progetti di legge distinti, per Ucraina, Israele e Taiwan. Il Senato, dove i democratici sono in maggioranza, ha già approvato un pacchetto unico. La Casa Bianca, che lo ha proposto e che era inizialmente contraria, ha rivalutato la sua posizione, dando la priorità allo sblocco degli aiuti all’Ucraina, che rischiano di arrivare troppo tardi.
La fronda anti-Johnson dei ‘trumpiani’, guidata dalla deputata georgiana Marjorie Taylor-Greene, complottivista e negazionista, vuole cacciarlo, dopo avere cacciato sei mesi fa il suo predecessore Kevin McCarthy: la colpa è la stessa, fare concessioni alla Casa Bianca, indipendentemente da dove stiano sicurezza internazionale e interesse nazionale. Johnson giudica assurda la mozione di sfiducia e non intende dimettersi, anche se la sua posizione è molto precaria: la maggioranza repubblicana è di due voti e basta un’incrinatura a farla venire meno – con Taylor-Greene, c’è Thomas Massie -; e se i democratici gli dessero una mano, forse sarebbe peggio.
Prima di andare alla prova del voto, Johnson sta vaklutando vari espedienti procedurali per salvare il suo posto e gli aiuti all’Ucraina.
Usa 2024: Politico, Trump medita di svalutare il dollaro se ridiventa presidente
I principali consiglieri economici di Trump stanno lavorando ad un piano per svalutare il dollaro, nel caso in cui il magnate tornasse alla Casa Bianca. Lo rivela Politico citando tre ex funzionari
dell’Amministrazione Trump. L’obiettivo sarebbe di aumentare le esportazioni statunitensi e ridurre il deficit commerciale, ma la mossa ha elementi di azzardo perché rischierebbe di riaccendere l’inflazione e di minacciare la posizione del dollaro come valuta dominante a livello mondiale.
Uno dei principali sostenitori di questo approccio è Robert Lighthizer, già membro dell’Amministrazione Trump e che ora guida la politica economica presso l’America First Policy
Institute. Lighthizer è fra i candidati al posto di segretario al Tesoro in un eventuale secondo mandato Trump.