di Paolo Bozzacchi
Non si tratta di trasformismo. Ma di trasformazione. O forse per qualcuno maturazione. Il duello a distanza tra i due Giuseppe (Conte e Grillo) certifica definitivamente un cambiamento. Non certo quello immaginato durante i VaffaDay 10 anni fa.
Il Movimento 5 Stelle sta facendo i conti con la Politica di Cavour: “sottile arte di mediazione e della tessitura”, “trionfo del sano pragmatismo su una visione romantica della realtà”. E ancora una volta, però, sta sbagliando il metodo.
Non ci si ristruttura politicamente misurandosi a distanza con colpi di slogan a mezzo stampa nel più classico del “Chi sei tu e chi sono io”. Semplicemente perché questo gioco di misurare i propri muscoli attraverso il numero di colonne dedicate allo slogan di turno sa tanto di egocentrismo abbinato ad una buona dose di edonismo.
Di fatto la rissa personale a distanza non convince nessuno. Sembra nemmeno i protagonisti. E soprattutto non fa bene ai due contendenti, all’evoluzione e alla crescita del Movimento 5 Stelle, a quelle decine e decine di deputati e senatori pentastellati che sono alla ricerca da mesi di una linea politica degna di tale nome, che faccia una scelta se stare e come stare insieme al Partito Democratico (e le scelte gattopardesche sulle candidature per le prossime amministrative ne sono la più limpida testimonianza), che ridoni slancio alla natura movimentista del Movimento stesso.
Una linea che sia in grado di riconnettere gli eletti con gli elettori a 5 stelle. Esercizio quest’ultimo che ricorda proprio la capacità di Cavour di “saltare sui trapezi”. Non da tutti.
Una delle letture possibili di ciò che sta accadendo è che Giuseppe Conte si sia convinto a “grillizzarsi” (perdonate il neologismo), puntando dritto alla nausea di molti attivisti sviluppata nei confronti del Garante. Ma così facendo si sta trasformando da Giuseppe in una sorta di Beppe annacquato, senza gli eccessi tipici dell’ex-comico, ma poco convincente.
La sensazione è che tutto questo tran tran possa aggiungere nausea alla nausea. Il nuovo Statuto, le votazioni online, l’evoluzione della piattaforma, interessano sempre meno la base del Movimento 5 Stelle: le persone sul territorio che hanno votato convinti nel 2018 e oggi sono rimasti orfani.
I ceffoni a distanza tra i Giuseppe’s potrebbero mettere la parola fine alla tentazione di buona parte degli elettori 2018 di confermare la propria scelta alle prossime politiche. Molto di ciò che l’Italia ha costruito lo deve alla Politica quale arte del compromesso e della mediazione. Che che ne dicano Conte e Grillo a questo dovranno adeguarsi.
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