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La strage di Suviana: dalla “scatola nera” la verità sull’esplosione

12
Aprile 2024
Di Ilaria Donatio

L’inferno alla centrale idroelettrica di Bargi, sul lago di Suviana, nel Bolognese, si è scatenato subito dopo pranzo di martedì scorso: una turbina avrebbe provocato l’esplosione a circa quaranta metri sotto il livello dell’acqua, all’ottavo piano, causando l’incendio e, poi un tubo refrigerante avrebbe determinato l’allagamento del nono piano e il crollo di un solaio.

La “scatola nera” rivelerà le cause dell’esplosione
L’ad di Enel Green Power – che gestisce la centrale costruita nel 1975 – Salvatore Bernabei, in conferenza stampa ha detto che “all’interno della centrale c’è un sistema di controllo”, una sorta di “scatola nera” che l’autorità giudiziaria esaminerà e la cui analisi servirà a “capire le cause dell’esplosione”.

Intanto i corpi dei quattro dispersi sono stati recuperati e dunque sale a sette il numero delle vittime, mentre tre dei quattro feriti sono ancora in condizioni critiche e il più giovane – un operaio di 35 anni – è fuori pericolo.

La ricostruzione dell’accaduto
Secondo una ricostruzione ritenuta molto plausibile, i 15 tecnici impegnati nel collaudo della turbina, a un certo punto, avrebbero avuto, netta, la percezione che qualcosa non andava nella turbina appena avviata tra il nono e l’ottavo piano, sotto il livello del lago: uno strano rumore, “come di un motore che prende a girare vuoto”, avrebbe raccontato un testimone al Corriere della Sera. Avvisaglia sufficiente a convincerli che era opportuno abbandonare ma, evidentemente, chi è rimasto indietro è stato investito dall’esplosione.

Salvini: occorre capire chi eventualmente ha sbagliato
“L’idroelettrico è fondamentale”, ha dichiarato il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, a margine dei lavori del G7 Trasporti, sull’incidente mortale di Suviana. “Sulla tragedia di questi giorni occorre capire chi eventualmente ha sbagliato, perché morire sul lavoro non si può. Non vorrei che qualcuno mettesse in discussione anche l’idroelettrico. L’acqua è fonte di produzione energetica sicura, se non c’è errore umano che però c’è anche quando si attraversa la strada”.

Incidenti sul lavoro: ancora troppi
L’incidente di Bargi è solo l’ultimo della lunga serie di incidenti mortali sul lavoro che, secondo i più recenti dati Inail, solo nei primi due mesi del 2024, sono arrivati a quota 119: il 19% in più rispetto allo scorso anno. 

Le norme ci sono, la loro applicazione concreta molto meno, riflette Marco Bentivogli – attivista italiano e già sindacalista leader dei metalmeccanici – secondo cui “l’attività  di vigilanza sul lavoro è sporadica” con “diverse autorità ispettive, senza organici, coordinamento e interoperabilità  dei dati”.