Cultura
La condizione dei giovani in Italia, tra tante ombre e qualche luce
Di Elisa Tortorolo
Uno studio per tracciare le sfide e le opportunità che i giovani italiani sono chiamati a affrontare, offrendo al contempo spunti concreti per politiche future. Questo lo scopo del Rapporto “Giovani 2024: Bilancio di una Generazione”, presentato in questi giorni dall’Agenzia Italiana per la Gioventù e dal Consiglio Nazionale dei Giovani con il supporto scientifico di EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali.
Il documento rivela dati preoccupanti per quanto riguarda la demografia, l’istruzione e l’occupazione: l’Italia ha perso in venti anni oltre un quinto dei giovani, diventando ultima in Europa per la presenza di under 35. Il Sud Italia registra tassi di disoccupazione giovanile notevolmente superiori rispetto al Nord e salari molto più bassi. Il lavoro giovanile è sempre più instabile e discontinuo, le retribuzioni sono basse.
«I dati emersi nel rapporto di ricerca fanno emergere una realtà difficile, in cui i problemi che i giovani italiani vivono ormai da più di un decennio risultano certamente aggravati dalla pandemia, dalla guerra e dalle recenti crisi economiche». A commentare lo studio è Federica Celestini Campanari, Commissario straordinario dell’Agenzia Italiana per la Gioventù.
Non tutti gli indicatori, però, sono negativi e tra molte ombre si intravede anche qualche segnale di speranza. Come nel rapporto tra ragazzi e politica: sebbene la maggioranza degli intervistati consideri inadeguato il livello di attenzione nei loro confronti, la percezione cambia se si guarda all’Unione Europea, istituzione che riceve una piena sufficienza (6/10) nell’indice di fiducia. Vengono valutati positivamente, poi, i percorsi formativi, con un apprezzamento particolare per le opportunità offerte da programmi europei come l’Erasmus+. E, nonostante siano consapevoli del calo demografico (il 72% del campione attribuisce un ruolo centrale al fenomeno della denatalità), più del 60% degli intervistati esprime il desiderio futuro di avere figli.
«Possiamo cogliere dei segnali positivi: l’attenzione per il tema della natalità e della famiglia, non scontati in una Nazione che sta vivendo quello che gli esperti chiamano “inverno demografico”; il ruolo determinante dei genitori – che restano il primo e più importante esempio nel percorso di crescita dei giovani italiani; il ruolo importante dei Programmi europei nella formazione e nella propensione alla partecipazione attiva; la fiducia nell’Unione Europea, legata forse anche alla stabilità trasmessa dalle istituzioni comunitarie; l’attenzione al tema della legalità. Pur continuando a registrare numeri assoluti preoccupanti, va detto anche che nel 2023 abbiamo visto un aumento del tasso di occupazione dei giovani e delle donne e la diminuzione della percentuale dei NEET», prosegue Celestini Campanari.
Luci e ombre, dunque, che confermano l’esigenza di politiche sempre più inclusive e stabili nei confronti degli under 35. «La strada da percorrere è lunga ma dobbiamo lavorare per infondere speranza e fiducia nel futuro: è compito delle istituzioni ascoltare i giovani, capirne le aspettative, i sogni e le paure e cercare risposte strutturali per permettere ai nostri ragazzi di realizzarsi in Italia, se vorranno, scegliendo di andare all’estero solo per scelta e non per necessità. Questo è l’impegno dell’AIG, affianco all’opera quotidiana del Ministro Abodi e del Governo Meloni nel rimuovere le cause del disagio giovanile e gli ostacoli alla piena realizzazione dei nostri giovani», conclude il Commissario.