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Usa 2024: – 223, Trump, alti e bassi in tribunale, cauzione ridotta, processo fissato
Di Giampiero Gramaglia
Una giornata di alti e bassi per Donald Trump, nelle aule di giustizia di New York: gli è stata ridotta la cauzione che doveva versare per fare appello alla condanna per avere fraudolentemente gonfiato il valore della Trump Organization, la holding di famiglia (da 454 a 175 milioni di dollari – le cifre non sono sempre riferite in modo omogeneo dalla stampa Usa) ed avrà altri dieci giorni di tempo per versarla; ed è stata fissata al 15 aprile la data d’inizio del processo per avere comprato in nero, e con soldi degli elettori, durante la campagna per Usa 2016, il silenzio di due donne su storie sessuali con lui.
Il 15 aprile, sarà, dunque, la prima volta che un ex presidente degli Stati Uniti comparirà in un’aula di tribunale come imputato in un processo penale. Se condannato, Trump, anche se fosse eletto presidente il 5 novembre, non potrebbe concedersi la grazia, perché il reato è statale, non federale.
Come da copione, Trump ha reagito in modo opposto ai due sviluppi: elogi per i giudici della corte d’appello, che gli hanno concesso sconti e dilazione; e violenti attacchi ai procuratori “corrotti” che lo hanno rinviato a giudizio e al giudice che s’appresta a processarlo.
Oggi, quando la sua nuova società media DJT sarà quotata in borsa, il magnate si ritroverà più ricco ed entrerà per la prima volta fra i 500 ‘paperoni’ del Mondo, secondo il Bloomberg Billionaires Index: il suo debito con la giustizia s’è, momentaneamente, ridotto a 175 milioni di dollari – se, però, l’appello confermerà la condanna in primo grado, dovrà versare l’intera somma –; e l’ingresso della DJT in borsa gli dovrebbe fruttare oltre tre miliardi di dollari in azioni, che non potrà però vendere per sei mesi.
Quello che doveva essere un lunedì nero per il candidato repubblicano ‘in pectore’ alla Casa Bianca si chiude in pareggio: una buona e una cattiva notizia.
Usa 2024: l’imputato Trump a giudizio dal 15 aprile
Il giudice Juan M. Merchan, che aveva rinviato l’avvio del processo, inizialmente previsto per ieri, lunedì 25 marzo, ha ora stabilito che il dibattimento cominci il 15 aprile. Si stima che il processo duri due mesi, ma è probabile che i legali del magnate attuino tutte le tattiche dilatorie possibili: obiettivo, evitare una eventuale condanna prima delle elezioni presidenziali del 5 novembre.
Ieri, il giudice Merchan ha respinto le istanze della difesa di rinviare l’inizio del processo almeno fino a giugno e di sanzionare i procuratori che hanno presentato in extremis elementi di prova ulteriori che riguardano l’ex avvocato paraninfo di Trump, Michael Cohen, che effettuò i pagamenti in nero e che sarebbe stato rimborsato e retribuito falsificando i libri contabili della campagna 2016.
Quello che coinvolge la pornostar Stephanie Clifford, alias Stormy Daniel, che sarà uno dei testi, e la ex coniglietta Karen McDougal è un caso più imbarazzante che rischioso sia politicamente che giuridicamente: la condanna a una pena detentiva per la falsificazione di documenti contabili è rara, se l’imputato è incensurato.
Il giudice ha suggerito che i legali di Trump stiano solo cercando di tirarla per le lunghe e ha loro contestato le accuse di cattiva condotta mosse ai procuratori senza fornirne prove. Se il processo partirà davvero ad aprile, a questo punto appare l’unico dei quattro procedimenti a carico di Trump che può andare a sentenza prima delle elezioni. L’ex presidente si dichiara non colpevole e nega tutte le accuse.
Contestando le decisioni di Merchan, Trump ha di nuovo parlato di “interferenza elettorale”, perché “un giudice corrotto vuole impedirmi di fare campagna elettorale”: “Questo era un caso che avrebbe potuto essere presentato tre anni e mezzo fa, ma hanno deciso di farlo ora, sotto elezioni, in modo che io non possa fare campagna”.
Usa 2024: cauzione ridotta per l’appello a Trump il condannato
La riduzione della cauzione da depositare per fare appello alla condanna per avere gonfiato i beni della Trump Organization è ritenuta, dai maggiori media Usa, una vittoria “inaspettata e cruciale” di Trump, che sembrava in difficoltà per raccogliere 454 milioni di dollari e che avrebbe persino ipotizzato di ricorrere alla bancarotta.
La stampa parla di un “salvagente finanziario” lanciato dai giudici all’ex presidente. La procuratrice dello Stato di New York Letitia James deve sospendere le procedure di sequestro di beni di Trump che erano già state avviate e che riguardavano averi come edifici, case, proprietà, auto, elicotteri ed il suo aereo.
La sanzione da pagare, se il processo d’appello non dovesse ridurla, resta tuttavia fissata a 454 milioni di dollari.
Usa 2024: gli sviluppi finanziari
Ieri, il Trump & Media Technology Group, nato dalla fusione nel fine settimana del social media Truth con la Digital World Acquisition Corp, ha visto salire le azioni di quest’ultima, alla riapertura della Borsa, del 21%. Ai prezzi attuali, la quota di Trump è lievitata attorno ai 3,5 miliardi.
“Ho un sacco di soldi”, ha affermato il magnate in una conferenza stampa a Manhattan: “Voi sapete che ne ho tanti, perché avete letto le mie dichiarazioni dei redditi”, ha detto rivolto ai giornalisti.
Nei giorni scorsi, l’ex presidente aveva rivendicato di possedere 500 milioni di dollari in contanti e di volerli spendere nella campagna elettorale. Due affermazioni contestate dal New York Times secondo cui Trump ha ‘solo’ di 300 milioni di dollari in contanti e non versa soldi propri nella corsa alla Casa Bianca dal 2016.