Esteri

Russia al voto: quasi un plebiscito, Putin vince ed evoca rischi Terza Guerra Mondiale

18
Marzo 2024
Di Giampiero Gramaglia

Le elezioni presidenziali russe non sono state “né libere né eque”, come recitano, quasi ripetendo una sura, i leader dell’Occidente che le commentano, mentre dittatori e autocrati di mezzo Mondo portano in tributo a Vladimir Putin le loro congratulazioni. I dati ufficiali, che c’è il sospetto siano stati ‘aggiustati’, parlano di un’alta affluenza – ben superiore a quella del 2016 – e di un 88% circa di preferenze al presidente uscente, confermato per un quinto mandato con quello che assomiglia a un plebiscito.

Al potere dal 31 dicembre 1999, Putin resterà presidente della Russia fino al 2030, quando potrà ancora brigare, a termini di Costituzione, un ulteriore sesto mandato. L’età sarà un problema? Putin avrà 77 anni: negli Stati Uniti, sono in corsa Joe Biden e Donald Trump, che sono oggi più vecchi di quanto sarà lui fra sei anni. Anche questo fa scrivere a Ishaan Tharoor sul Washington Post che “le elezioni farsa in Russia riflettono un momento cupo per la democrazia globale”: dal simulacro alla gerontocrazia.

Il voto è stato segnato da proteste, specie all’estero, dove nelle rappresentanze diplomatiche russe trasformate in seggi. Alexiei Navalny, l’oppositore morto in un carcere siberiano il mese scorso, aveva suggerito di andare alle urne in massa a mezzogiorno di domenica e di esprimere un voto contro Putin. Così è stato ad esempio all’ambasciata a Berlino dove s’è presentata Yulia Navalnaya, la vedova di Alexiei: una coda lunga ore, cori, cartelli, contestazioni.

In Russia, ci sono stati episodi di boicottaggio ai seggi. Nelle regioni dell’Ucraina occupate e illegalmente annesse, l’AP riferisce di voti espressi con un’arma da fuoco puntata contro. Ovunque, le urne trasparenti davano poca garanzia di segretezza delle proprie scelte. E, a fare da sfondo, c’era un apparato di polizia senza precedenti dai tempi dell’Urss, per reprimere la liberà d’espressione.

Nella conferenza stampa della vittoria a risultati acquisiti, Putin non è stato né conciliante né rassicurante. In Ucraina, un conflitto fra la Russia e la Nato porterebbe sull’orlo della Terza Guerra Mondiale, anche se restano margini per un processo di pace in cui la Francia di Emmanuel Macron può “svolgere un ruolo positivo”.

Sul fronte interno, Putin ha pronunciato, per la volta da mesi il nome di Navalny, confermando che, prima del decesso, si stava preparando uno scambio di prigionieri con gli Usa: “Per quanto riguarda il signor Navalny, è morto: questo è un evento triste … Qualche giorno prima che morisse, mi avevano detto … che c’era l’idea di scambiarlo con persone che sono in prigione in Paesi occidentali … Avevo detto ‘sono d’accordo’”.

Per il neo-confermato presidente, le azioni di protesta ‘Mezzogiorno contro Putin’ in città russe e nei seggi all’estero “non hanno avuto alcun effetto” – e, se i numeri sono quelli ufficiali, è in effetti così -. “Chi ha rovinato le schede elettorali – ad esempio, versando inchiostro nelle urne, ndr – deve essere perseguito a norma di legge”.

Russia al voto: quasi un plebiscito, i risultati ufficiali e le reazioni
Alberto Zanconato, giornalista molto esperto, corrispondente dell’ANSA da Mosca, osserva che né le proteste dei seguaci di Navalny, né gli attacchi degli ucraini nelle regioni di confine, a Belgorod in particolare, né un allarme droni sugli aeroporti della capitale “hanno impedito a Putin di condurre a termine con successo la maratona elettorale che l’ha confermato presidente con percentuali record … La sera, lo ‘zar’, dal quartiere generale della sua campagna, ringrazia i russi per la totale fiducia, promette che il Paese diventerà più forte e avverte gli avversari che ‘nessuno ci intimidirà o ci schiaccerà’”.

Gli altre tre candidati-comparsa rimasti sulle schede, dopo l’esclusione degli oppositori più radicali, sono stati praticamente annientati: il comunista Nikolai Kharitonov si è fermato al 4,7%, l’esponente di Gente Nuova Vladislav Davankov al 3,6% e quello del Partito liberaldemocratico Leonid Slutsky al 2,5%. L’affluenza alle urne nei tre giorni di consultazione elettorale – una novità per la Russia – è stimata superiore al 73%, rispetto al 67,5% del 2018. E si attendono ancora i dati del voto elettronico.

Una partecipazione più massiccia, tra l’80 e il 90%, è stata annunciata nelle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia nel 2022: Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Qui, la vittoria di Putin risulta ancora più netta, con percentuali che arrivano fino al 95% nel Donetsk, al 94% nel Lugansk, al 93% nell’area di Zaporizhzhia e all’88% in quella di Kherson.

Da Kiev, Volodymyr Zelensky definisce il presidente russo un uomo “malato di potere”, che vuole “regnare in eterno”, e afferma che le elezioni russe non hanno “alcuna legittimità”. A Mosca, l’ex presidente russo fantoccio Dmitry Medvedev esalta, invece, il successo del regime; e il Ministero degli Esteri, che aveva accusato i diplomatici occidentali di interferenze nel processo elettorale, sottolinea che l’Occidente “ha fallito” nei tentativi di boicottare le elezioni.

Certo, code di centinaia di persone si sono formate alle 12 davanti a seggi nel centro di Mosca e altrove, ma è difficile stabilire quanti rispondevano all’appello del ‘Mezzogiorno contro Putin’ e quanti, invece, erano lì per votare Putin. E, nell’insieme, tutto si è svolto senza gravi incidenti: l’Ong Ovd-Info segnala 74 fermi in tutta la Russia, soprattutto per episodi di protesta individuali.