Salute
Disturbi del comportamento alimentare, il Pd presenta una legge
Di Giampiero Cinelli
I disturbi del comportamento alimentare stanno divenendo una vera e propria emergenza. Nel mondo ne soffre uno su cinque, in Italia uno su tre. E sette su dieci sono adolescenti, come evidenzia la Sinu (Società Italiana di Nutrizione Umana).
Una situazione che ha spinto il Partito Democratico a presentare una proposta di legge di contrasto al fenomeno. Non un punto di arrivo, ma di partenza, per sviluppare la discussione e il progetto che dovrà fare da argine a un grave problem,a sempre più presente nella comunità. Le linee guida del testo sono state esposte dalle senatrici del Pd Ylenia Zambito e Sandra Zampa, con l’intervento della segretaria Dem Elly Schlein, oggi a Palazzo Giustiniani, in occasione di un convegno sui disturbi specifici del comportamento alimentare (Dca) organizzato dalle due senatrici.
Si stima che nel Paese le persone affette da Dca siano 3,5 milioni e attraverso la proposta di legge il Pd intende innanzitutto assicurare risorse economiche da dedicare agli interventi. Attraverso il Fondo sui disturbi del comportamento alimentare, che per quest’anno è stato rifinanziato con 10 milioni. Secondo Zambito la cifra non è sufficiente, dato che il Fondo, istituito con la legge di Bilancio 2021, partiva da 25 milioni e rischiava addirittura di non essere rifinanziato.
Altro passo è l’inserimento effettivo, come peraltro già previsto dalla Legge Bilancio 2021, del trattamento dei Dca nei Lea, cioè nei Livelli essenziali di assistenza. Il Pd si augura che entro quest’anno i Lea saranno aggiornati e intanto ribadisce che l’utilizzo del Fondo, ora prorogato fino al 2025, è fondamentale ai fini delle cure di base, del reclutamento del personale, dell’educazione alimentare. Mentre si rileva un importante deficit nelle infrastrutture preposte a trattare certe problematiche: i centri lungo tutta la penisola sono 126, per 900 posti letto totali, di cui l’85% al nord, come riferisce Zambito.
La senatrice ha spiegato che il Ddl poggia il modello di assistenza su quattro livelli: gli ambulatori come primo accesso, poi i servizi semiresidenziali, dunque i servizi residenziali extra-ospedalieri e ovviamente i servizi ospedalieri per gli interventi urgenti salvavita. Il sistema di intervento dev’essere stratificato e flessibile siccome il malato di disturbi alimentari va curato con un approccio multi-disciplinare, attraverso una equipe, e deve poter stare anche in situazioni che permettano alla famiglia e alla sua rete sociale di stargli accanto con costanza, oltre la visita in ospedale, senza così dover trascurare troppo gli altri necessari impegni.
Altro punto rimarcato da Zambito è la necessità della piena applicazione del Codice Lilla, non solo per diffondere consapevolezza ma anche per avere personale preparato a 360° nel caso di un accesso in pronto soccorso di un paziente affatto da Dca.
Elly Schein nel suo intervento ha detto che il partito è pronto a «mettersi all’ascolto. Noi sposiamo la causa», evidenziando l’emergenza tra i giovani, che hanno risentito parecchio della pandemia, i cui effetti a lungo termine vanno ancora presi in considerazione. Il 96% dei pazienti Dca è donna, secondo Schlein l’approccio va anche ben calibrato sugli aspetti di genere.
«L’attenzione del Pd su questo tema è massima. Abbiamo protestato contro l’azzeramento del fondo, poi il governo è tornato indietro ma ci sono solo dieci milioni, mentre all’inizio quando il fondo è stato istituito si parlava di 25 milioni. Tra il 2019 e il 2023 i nuovi casi di disturbi alimentari sono passati da 680mila a un milione e 300mila, e su questo la pandemia ha avuto effetti e conseguenze che ancora oggi pesano, e non deve essere un tabù parlare, fin dalle scuole, dell’aspetto psicologico. Il dovere della politica e delle istituzioni è ascoltare e dare risposte. In Italia tre milioni e mezzo soffrono di questi disturbi, e il 5% della popolazione italiana. E in sette casi su dieci si tratta di adolescenti. Da due anni siamo in attesa dell’inserimento di questi disturbi nei Lea, serve accendere un faro di attenzione su queste patologie di estrema complessità», ha affermato Schlein.