Cultura

Buon compleanno, Lupo Alberto!

21
Febbraio 2024
Di Ilaria Donatio

Sopra la fattoria McKenzie c’è una collina e su quella collina c’è un bosco; ed è in quel bosco che vive Lupo Alberto, il lupo azzurro protagonista di una delle storie d’amore più travolgenti di tutti i tempi, quella che lo vede coinvolto da sempre con la sua eterna fidanzata, la gallina Marta: di buona famiglia e innamorata di Alberto, quella che si dice una “gallina d’oro”.

Per festeggiare i 50 anni di Lupo Alberto, storico fumetto del modenese Guido Silvestri in arte Silver (carpigiano, classe 1952), venerdì 8 marzo, la Fondazione Modena Arti Visive (Fmav) inaugura la mostra “Zitt! Zitt! Arriva Lupo Alberto. Silver, 50 anni da lupo”, a cura di Francesca Fontana e Lorenzo Respi. 

Dopo l’esordio, nel 1974, sulle pagine del Corriere dei Ragazzi, il Lupo azzurro insieme a tutta la fattoria McKenzie conquistano gli italiani che da mezzo secolo ne seguono le vicende a matita.

Gli abitanti della fattoria McKenzie
Lupo Alberto è tranquillo, ironico, con un forte senso dell’amicizia e della solidarietà. Vive da solo, è indipendente e, pur da eterno fidanzato di Marta, è libero di fare e di immaginare la vita che più gli piace. L’amore burrascoso con la gallina Marta, punteggiato da inseguimenti, tagliole, trappole nascoste e risse con Mosè, il cane guardiano che non vede di buon occhio il lupo, anzi, decisamente lo detesta. Per non parlare dell’imprevedibile Enrico La Talpa, un abitante della fattoria abilissimo nel mettere i bastoni tra le ruote e che, al grido di “Ehilà, Beppe!”, si è fatto strada nei cuori di tutti.

C’è poi Enrico la Talpa, forse è un po’ cialtrone e invadente, ma senz’altro uno speciale. Cesira, la moglie, è invece assennata e giudiziosa. In parole povere, una rompiscatole ma cucina divinamente. 

E come scordarsi di Alcide, il maiale: è il filosofo, l’intellettuale del gruppo, benché non si sottragga a umili fatiche. I suoi sermoni sono accettati con bonaria tolleranza, ma il suo animo sensibile è messo spesso a dura prova dagli scherzi crudeli di Glicerina, il papero: l’animale più ottimista e sciocco della fattoria. Totalmente inconsapevole e privo di morale, gode sadicamente nel ferire la spiccata sensibilità dell’inseparabile compagno Alcide. Infine, c’è Krug, il toro: irascibile e manesco, è l’incarnazione della forza bruta. Disturbarlo durante il sonno rappresenta per tutti un pericolo mortale: detesta gli scherzi.

La mostra
L’esposizione, che dura fino al 25 agosto, esamina il percorso evolutivo del fumetto a partire dalle prime strisce attraverso alcune delle storie più care al pubblico. Un mondo, quello del lupo azzurro che ha potuto esercitare, negli anni, una certa influenza influenza culturale su giovani e meno giovani: 440 numeri in tutto, ma anche ben due serie animate di successo, a cavallo del 2000 e, addirittura, alcuni videogiochi. 

Le storie come la vita reale
Le storie della fattoria McKenzie si ispirano in fondo alla vita reale. Così come il temperamento e l’indole di ciascun personaggio ricalca le caratteristiche di ciascuno di noi. O meglio: quello che nelle diverse fasi della vita, ognuno può diventare. In fondo, da giovani siamo stati un po’ tutti Lupo Alberto, così recalcitrante agli obblighi sociali; poi, diventando adulti, abbiamo avvertito maggiore affinità con Enrico la Talpa, accomodante, irrequieto ma sazio. E quando, infine, sentiamo il bisogno di regole e ordine, siamo un pochino anche Mosè.

Bizzarra, poi, la scelta di far innamorare un lupo proprio di una gallina: a suggello della libertà di amare chiunque, senza limiti di età, sesso, razza o specie animale: “È vero, i lupi di solito le galline le mangiano”, ha scherzato in proposito Silver, “ma forse, in quel lontano inverno di trent’anni fa, ho semplicemente voluto ribaltare l’ancestrale stereotipo del lupo feroce predatore. Ho ammansito un lupo, tutto qua. Non lo aveva già fatto anche San Francesco?”.

Lupo Alberto nasce dalle strips Usa
Frutto della sua passione per le strips americane e inglesi e per il cinema d’animazione di Chuck Jones e Tex Avery, Lupo Alberto nasce – dopo una lunga gestazione – nel dicembre del 1973 dalla matita di Silver ma vede la luce solo l’anno dopo nel Corriere dei Ragazzi. Ma sal 1984 attraverso varie esperienze editoriali, Silver e la Fattoria McKenzie danno vita a una rivista interamente dedicata al personaggio di Lupo Alberto, da cui avranno origine svariate iniziative in campo sociale e commerciale che consacreranno Lupo Alberto come vero e proprio fenomeno di costume.

Perché proprio azzurro?
Il colore di Lupo Alberto non sarebbe stata una scelta artistica: Lupo Alberto era nato in bianco e nero, e per diversi anni non si presentò il problema del suo colore. Quando, tempo dopo, volle colorarlo, Silver immaginò un lupo siberiano, grigio con riflessi azzurri. Ma “le percentuali di nero e blu” – raccontò poi – “erano sempre altalenanti a seconda del tipografo, creando un curioso effetto cangiante”. La decisione fu drastica: blu e basta, anzi, per la precisione 60% di Cyan (o Pantone 297).

E non poteva che essere azzurro Lupo Alberto: azzurro e libero. Così, a Marta che gli chiede, romaticamente e con voce suadente: “Dimmi, Alberto: non ti piacerebbe tornare a casa la sera e trovare chi ti accoglie festosamente, ti porta il giornale e le pantofole, e ti si siede sulle ginocchia con aria adorante?”, Lupo Alberto ha già la risposta in tasca: “Ma a me non serve un cane, Marta. Non saprei dove tenerlo”, e poi, mentre vola via – “se devo trovarle un difetto, giusto la mancanza di ironia!”. 

Auguri per il tuo mezzo secolo, allora, caro Lupo Alberto: a furia di correre ti sei mantenuto giovane, dopo tutto!

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