L’Aula della Camera ha approvato la proposta di legge sulla coltivazione e la somministrazione della cannabis ad uso medico, con 317 voti favorevoli e 40 contrari (13 gli astenuti). Hanno votato a favore Pd, M5s, Mdp, Sc-Ala, Si-Pos e Psi. Contrari Forza Italia, Lega Nord, Fdi e Udc. Astenuti i deputati di Alternativa popolare. Il partito di Silvio Berlusconi ha bocciato il provvedimento perchè, ha spiegato, «premesso che l’impiego terapeutico della sostanza è già previsto dal 2015, i rischi di questo testo sono nettamente superiori ai benefici. Il primo, nonchè più pericoloso, è che si tratti di un grimaldello per aprire uno squarcio verso la legalizzazione». La Lega ha invece parlato di «provvedimento ambiguo». Secondo Fratelli d’Italia, questa legge si rischia una «legalizzazione mascherata di questa sostanza per uso ricreativo». Di parere opposto il Pd, che ha parlato di «norma di civiltà» e di una legge per «una maggiore dignità dei pazienti».
Il provvedimento passa ora all’esame del Senato. Il testo fissa criteri uniformi sul territorio nazionale garantendo ai pazienti equità d’accesso, promuove la ricerca scientifica sui possibili impieghi medici e sostiene lo sviluppo di tecniche di produzione e trasformazione per semplificare l’assunzione.
Secondo quanto si legge dal testo della progetto di legge, il medico potrà prescrivere medicinali di origine vegetale a base di cannabis per la terapia del dolore e altri impieghi. La ricetta (oltre a dose, posologia e modalità di assunzione) dovrà recare la durata del singolo trattamento, che non può superare i tre mesi. I farmaci a base di cannabis prescritti dal medico per la terapia del dolore e impieghi autorizzati dal ministero della Salute saranno a carico del Servizio sanitario nazionale. Se prescritti per altri impieghi restano al di fuori del regime di rimborsabilità. Vale in ogni caso l’aliquota Iva ridotta al 5%.
Della coltivazione, preparazione e distribuzione alle farmacie della cannabis se ne occuperà lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Se necessario può essere autorizzata l’importazione e la coltivazione presso altri enti. Sono stanziate risorse per un milione e 700mila euro. A regioni e province autonome spetta il compito di monitorare le prescrizioni, fornendo annualmente all'Istituto superiore di sanità i dati aggregati per patologia, età e sesso dei pazienti sotto terapia di cannabis, nonché quello di comunicare all’Organismo statale per la cannabis il fabbisogno necessario per l'anno successivo.