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Usa 2024: – 270, Congresso in panne su aiuti, oggi Corte Suprema e primarie Nevada

08
Febbraio 2024
Di Giampiero Gramaglia

Il Senato boccia il disegno di legge bipartisan da 120 miliardi di dollari che collegava gli aiuti all’Ucraina (60 miliardi), a Israele (14 miliardi) e l’assistenza umanitaria alle popolazioni colpite dalle guerre (10 miliardi) con interventi per la sicurezza del confine con il Messico e una stretta sui migranti: nonostante alcune defezioni, i repubblicani conservano una minoranza di blocco, perché il provvedimento, frutto di mesi di negoziati bipartisan, doveva ottenere 60 voti su 100.

Il presidente Joe Biden lo sosteneva, l’ex presidente e candidato alla nomination repubblicana Donald Trump lo osteggiava.

Ora, il Senato discuterà una misura per i soli aiuti a Ucraina e Israele, la cui sorte è pure incerta. L’andamento dei lavori del Congresso, in questi giorni, conferma come la campagna elettorale stia condizionando le scelte legislative e l’azione dell’Amministrazione.

Oggi, la Corte Suprema federale ascolterà gli argomenti delle parti sul ricorso di Trump contro l’esclusione dalle liste delle primarie in Colorado, decisa dalla Corte Suprema di quello Stato e basata sulla sezione 3 del 14° emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, che esclude dall’accesso alle cariche pubbliche funzionari che abbiano tradito il giuramento fatto di rispettare la Costituzione – Trump se ne sarebbe reso responsabile il 6 gennaio 2021, sobillando l’insurrezione contro il Congresso per rovesciare l’esito delle elezioni vinte da Biden -.

Sempre oggi, ci sono in Nevada i caucuses che danno 26 delegati alla convention repubblicana: Trump è candidato; Haley, la sua unica rivale, no, avendo lei partecipato alle primarie svoltesi martedì (che non assegnavano delegati e che sono state per lei un flop).

Le annunciate dimissioni della presidente del Comitato nazionale repubblicano confermano, ulteriormente. la presa di Trump sul partito: Ronna McDaniel è stata criticata dal magnate, che vuole rimpiazzarla con Michael Whatley, il presidente del partito nella North Carolina, che sostiene a spada tratta la tesi priva di fondamento delle ‘elezioni rubate’ nel 2020.

Usa 2024: Congresso, caos su aiuti e migranti
Dopo i voti di ieri, è ora affidato a un piano B il destino al Senato dei fondi per Ucraina, Israele e Taiwan. Il provvedimento alternativo prevede più o meno gli stessi finanziamenti, ma senza misure sui migranti, volute dai repubblicani: sulla carta, può passare al Senato dove i democratici sono in maggioranza, ma avrà vita più difficile alla Camera, dove i repubblicani sono maggioranza (anche se martedì sono ‘andati sotto’ due volte).

Il leader della maggioranza al Senato, Chuck Schumer, ha inizialmente votato a favore ma poi ha tatticamente cambiato il suo voto: una tattica procedurale, che lascia la possibilità di riprendere la proposta in futuro.

Schumer ha quindi introdotto il piano B: un progetto di legge da 95 miliardi di dollari che non tocca la situazione al confine, ma ha “forti finanziamenti per l’Ucraina, finanziamenti per Israele, aiuti per i civili innocenti a Gaza e stanziamenti per l’Indo-Pacifico”. I leader di entrambi i partiti negoziano per trovare un’intesa entro domani, quando il Senato andrà in pausa per due settimane.

Trump non vuole che i repubblicani “facciano regali” ai democratici sull’immigrazione, che è uno dei cavalli di battaglia della sua campagna. Ma deputati e senatori a fine mandato sono preoccupati che gli elettori non li ritengano responsabili del caos alle frontiere, con i loro ‘no’.

Usa 2024: la parola alla Corte Suprema, che oggi ascolta, ma non si pronuncia
Sul ricorso di Trump contro la decisione del Colorado, la Corte Suprema, oggi, dovrebbe limitarsi ad ascoltare le argomentazioni delle parti, senza ancora pronunciarsi. La decisione sull’applicabilità o meno a Trump della sezione 3 del 14° emendamento risulterà determinante anche per tutti i casi analoghi in discussione in diversi Stati dell’Unione.

Successivamente, la Corte Suprema dovrà valutare il ricorso di Trump, per ora solo annunciato, contro il verdetto della Corte d’Appello federale di Washington, che, unanime, gli ha negato l’immunità per i fatti del 6 gennaio 2021.

I legali del magnate stanno in tutti i modi cercando di dilazionare i procedimenti a suo carico (sono quattro quelli che devono iniziare), perché, se a novembre fosse rieletto, Trump potrebbe poi ordinare alla giustizia federale di soprassedere ai casi oppure auto-concedersi la grazia.

Secondo un sondaggio della Cnn, il 45% dei cittadini statunitensi pensano che Trump abbia agito illegalmente il 6 novembre, il 32% che abbia agito in modo non etico e il 23% che non abbia fatto nulla di male.

Usa 2024: documenti riservati, inchiesta Biden a fine corsa
(ANSA) L’indagine del procuratore speciale Robert Hur sulle carte classificate trovate nel garage della casa di Wilmington nel Delaware del presidente Joe Biden e in un suo ufficio a Washington s’è conclusa senza la formulazione di accuse, stando una lettera al Congresso del segretario alla Giustizia Merrick Garland. Lo scrive Politico, confermando quanto anticipato nei giorni scorsi-

La lettera di Garland al Congresso non include una copia del rapporto di Hur, che è attualmente rivisto da parte di un team di legali, fornisce pochi dettagli sull’indagine condotta, non menziona accuse.

L’inchiesta riguarda documenti riservati di quando Biden era senatore e poi vice-presidente. Biden ha sempre collaborato con gli inquirenti e si detto all’oscuro dell’esistenza delle carte. Donald Trump, invece, è in attesa di processo per aver scientemente trattenuto e nascosto documenti classificati destinati agli Archivi Nazionali nella sua dimora a Mar-a-Lago e altrove.

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