Politica

I prossimi trent’anni

29
Gennaio 2024
Di Alessandro Caruso

Serviva qualche giorno per poter assimilare e analizzare a freddo e con attenzione i contenuti della convention organizzata venerdì scorso a Roma da Forza Italia per celebrare i trent’anni. La conclusione? Ci sentiamo di dissentire dal prof. Cartotto che oggi, dalle colonne del Fatto Quotidiano, ha bollato Forza Italia come un partito finito con la scomparsa di Silvio Berlusconi. Si tratta, invece, di una comunità che ancora non può che riconoscersi nella risposta politica e antropologica offerta esattamente e solamente da questa formazione, i cui protagonisti sicuramente non avranno il carisma e quella attrattiva elettorale del Cavaliere, ma hanno un progetto. Un progetto che, al di là dei programmi, ha una postura molto chiara e precisa all’interno del centrodestra italiano, forse anche più chiara e precisa di quella degli “inquilini” di governo: sono gli unici in grado di garantire, con la loro storia e i lorio valori, l’europeismo e l’atlantismo dell’alleanza. E in Europa, così come oltreoceano, questo si sa molto bene. Non esiste coalizione dall’affidabilità “rischiosa e cangiante” finché Forza Italia ne sia parte integrante.

Nel discorso di Tajani questo messaggio è uscito forte e chiaro. Ed è quel messaggio che ancora riunisce un popolo, il popolo di Forza Italia, venerdì accorso da tutta Italia alla convention, con il solito entusiasmo. Tanti giovani, anche giovanissimi, e tante bandiere. E soprattutto lacrime. A conferma di un altro aspetto importante: l’esistenza di una storia e di un’eredità da onorare.
Tutte ragioni che fanno pensare a un progetto non destinato affatto a svanire. Ma a continuare. E a lungo.

Riprese e montaggio a cura di Simone Zivillica

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