Forza Italia compie 30 anni e si regala una Convention di stampo nostalgico, “compensata” da un nuovo sito web come simbolo di modernità. Ebbene sì.
Ci sia perdonata l’ironia, ma non possiamo ignorare alcune riflessioni condivise con chi questa storia l’ha prima inventata e poi messa in pratica.
30 anni sono tanti e Forza Italia sta facendo il possibile per sopravvivere alla scomparsa di Silvio Berlusconi.
Antonio Tajani è un politico riconosciuto e stimato, dotato di un curriculum istituzionale di tutto rispetto e altamente considerato nei sondaggi che misurano l’apprezzamento dei singoli Ministri. È un politico con un profilo più da Quirinale che da Palazzo Chigi, volendo mettere in prospettiva futura il suo ruolo come leader.
Ci riesce difficile pensare che la Forza Italia a guida Tajani possa mantenere i livelli di consenso di Silvio Berlusconi, negli ultimi anni calato ma pur sempre rispettabile, senza una robusta iniezione di personaggi nuovi, che siano amministratori locali o esponenti della cd. “società civile”.
Non saranno sufficienti né i “Congressi provinciali” né il lavoro di Letizia Moratti, volto a consolidare economicamente il partito coinvolgendo grandi nomi dell’imprenditoria del Nord, a cominciare dall’evento di domani a Milano.
Forza Italia avrà bisogno di un leader nazionale, nuovo, vero, conoscibile e divisivo come solo i veri leader sanno essere. Dovrà essere riconoscibile politicamente perché in grado di sostenere idee forti che caratterizzino senza incertezze il partito.
Sarebbe bello che recuperasse a Forza Italia quel profilo liberista e quasi libertario del 1994, ormai sbiaditosi dopo anni di establishment e mancato rinnovo delle classi dirigenti.
Ci sia perdonata la semplificazione ma la verità è che in Forza Italia ci sono sempre gli stessi da troppi anni. E’ un partito di Governo perché ritenuto “responsabile” soprattutto agli occhi dell’Europa, ma da tempo ha smesso di offrire qualcosa di politicamente nuovo.
A Giorgia Meloni va bene e fa comodo così. Meglio avere accanto una Forza Italia viva e premiata anche oltre i propri consensi, ma in grado di compensare gli “eccessi” leghisti, piuttosto che rimanere con un solo partner di governo, peraltro Matteo Salvini, in grado di condizionare tutte le scelte di Governo.
Tutto questo va bene e andrà bene in un quadro di stabilità che più volte abbiamo commentato e che non sembra possa venire scosso nemmeno dalle elezioni europee. Ma tra qualche anno? Chi sarà a guidare il partito e quale profilo questo potrà avere?
A nostro avviso c’è un grande vuoto di offerta nell’elettorato che probabilmente solo i partiti centristi hanno tentato di colmare. Forza Italia, quella vera, avrebbe tutte le possibilità per occuparlo stabilmente e con profitto. Ma servirà più di un nuovo sito o dell’ottuagenaria esperienza di alcuni speaker di oggi per riuscirci.