Politica
Cgil, Cisl e Uil: priorità salute e difesa dell’occupazione
Di Valentina Ricci
Il Decreto Sostegni è un provvedimento da ben 32 miliardi di euro, con alle spalle cinque scostamenti di bilancio e un sesto in arrivo. Per il Segretario generale Cgil Maurizio Landini, audito in Senato, è importante concentrarsi su determinati sostegni al sistema delle imprese con condizionalità legate alla difesa dell’occupazione. Fondamentale che tali provvedimenti vengano accorpati all’interno di una strategia più ampia.
“Non convince il condono fiscale contenuto nel decreto” spiega Landini, che non nega la problematica legata al cosiddetto magazzino della Agenzia delle Entrate “ma un conto è cancellare tutto ciò che è realmente irrecuperabile, altro conto è continuare come purtroppo in questi anni è stato fatto ad arrivare a forme che in realtà assumono il carattere di un condono fiscale”.
Al governo viene posta l’esigenza sia della lotta all’evasione sia di una vera riforma fiscale. Un tema importante: un cittadino che paga le tasse non deve considerarsi di una serie inferiore. Per questo serve un intervento strutturato di riforma fiscale complessiva. Un allarme allargato anche alla presenza di multinazionali che traggono profitto all’interno dei singoli Paesi europei, ma che non pagano le tasse.
“Occorre allargare la rete del Reddito di cittadinanza e di emergenza e della Naspi, soprattutto per la durata di quest’anno” dichiara Landini facendo riferimento anche al blocco dei licenziamenti, da prorogare con data unica per tutte le imprese al 31 ottobre.
“Le misure sono un primo passo a cui devono seguirne altri per consentire un dialogo costante” questa la premessa del Segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga.
Sulla cassa integrazione Covid e il blocco licenziamenti “la distinzione presente nel decreto non trova riscontro nella situazione reale, che è ancora molto grave. E questa distinzione non è neppure coerente con quanto dichiarato dal Governo, se l’idea è quella di portare avanti la cassa Covid, insieme al blocco dei licenziamenti, oltre il 30 giugno solo negli ambiti in cui non ci sono gli ammortizzatori ordinari, per realizzare nel frattempo la riforma degli ammortizzatori stessi” dichiara Ganga.
Nella seconda categoria rientrano sia i datori di lavoro con meno di 6 addetti, effettivamente privi di ammortizzatori ordinari, sia le aziende che possono usufruire dell’assegno ordinario a carico dell’Inps e dei fondi bilaterali, nonché le aziende che rientrano nella Cigs.
Per la condizione pandemica tuttora in corso, Ganga ritiene necessario “superare la distinzione” tra aziende che accedono alla Cigo e quelle che non vi accedono e che la data del blocco venga prorogata fino alla conclusione della campagna vaccinale, sostenendo la vaccinazione all’interno dei posti di lavoro.
Inoltre rimangono escluse molte categorie, di conseguenza è necessario rafforzare in maniera significativa la Naspi e la riproposizione delle deroghe nel Dl Dignità.
Stralciare tutto ciò che riguarda la rottamazione delle cartelle è il punto principale per Domenico Proietti, Segretario confederale Uil che aggiunge: “E’ una vergogna, uno schiaffo in faccia a milioni di lavoratori dipendenti, pensionati e imprese che fanno il loro dovere con il fisco. Inoltre la rottamazione non è coerente con le finalità del decreto”.
Necessaria sopra ogni cosa una riforma fiscale che prometta trasparenza ed equità. Anche Proietti, concordando con i rappresentanti di Cgil e Cisl, ritiene positiva la proroga del blocco licenziamenti, ma insufficiente. “L’unico modo per dare stabilità alle persone è prorogare il blocco fino a fine pandemia” dichiara Proietti.
Fondamentale porre all’Europa il tema della deroga alla proprietà intellettuale sui brevetti. “Tutte le case farmaceutiche che possono produrre vaccini devono poterlo fare” conclude Proietti spronando il Parlamento a dare una forte indicazione al Governo in merito.
La centralità della salute è un concetto che trova concordi i sindacati, soprattutto per avviare la ripartenza dell’attività economica. Ma per raggiungere questo obiettivo bisogna far partire una campagna vaccinale diffusa, altro punto su cui non vi è alcun dubbio.