Gentile Elly, si fidi di me, che non la penso come lei quasi su nulla ma, diversamente da quelli che le consigliano di non candidarsi alle Europee, non ho alcun motivo per desiderare che lei perda la segreteria del suo partito.
Ci rifletta. Comunque vada il voto europeo, il risultato le sarà imputato. E mi pare perfino ovvio: dopo mesi in cui i giornali a lei vicini hanno parlato di “effetto Elly”, è ovvio che lei non potrà in alcun modo scansare la responsabilità di un eventuale risultato negativo (o eventualmente il merito di una prestazione superiore alle attese).
E allora, se comunque deve bere il calice di quei risultati (buoni o cattivi che siano), le conviene impegnarsi in prima persona per trainare il partito, per ottenere un successo personale in termini di preferenze, e per mostrare a tutti che, con lei alla guida delle liste, il Pd ha ottenuto qualcosa in più rispetto alle previsioni.
Se farà così, avrà chances di uscire rafforzata dalle urne e di provare, dopo il voto, a ragionare con i potenziali alleati da una posizione di minor debolezza. Se invece resterà ferma e si chiamerà fuori dalla corsa, il risultato mediocre del Pd le sarà comunque rimproverato, le correnti dem la archivieranno già in estate, e non avrà alcuna possibilità seria di proseguire il suo percorso.
Certo, la scelta che qui le suggerisco richiede una certa dose di coraggio: si tratta di sfidare la Meloni in tv e di caricarsi sulle spalle la guida reale del suo partito. Ma non sarebbe esattamente questo il compito di un segretario? Auguri e cordialità.