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Usa 2024: – 299, pretese immunità Trump lasciano giudici perplessi

10
Gennaio 2024
Di Giampiero Gramaglia

Le pretese di immunità avanzate dai legali di Donald Trump, ieri, di fronte a una corte d’appello federale di Washington, hanno lasciato perplessi i tre giudici che devono pronunciarsi in merito, secondo quanto riferiscono concordi varie organi di stampa Usa presenti all’udienza. Ma il magnate ex presidente, a udienza conclusa, avverte che “se continuano a perseguirmi c’è il rischio di caos”.

L’istanza di immunità è relativa al processo intentato a Trump per il ruolo avuto nell’insurrezione del 6 gennaio 2021, quando migliaia di facinorosi suoi sostenitori – da lui aizzati – presero d’assalto il Campidoglio, mentre il Congresso, in sessione plenaria, stava ratificando l’elezione a presidente di Joe Biden.

L’istanza è già stata respinta in primo grado. È probabile che anche il verdetto d’appello sia impugnato davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti.

Uno dei legali del magnate ha sostenuto che un presidente può rispondere di reati commessi durante il suo mandato solo se è stato prima sottoposto a impeachment e condannato – Trump fu sottoposto a impeachment due volte, e per due volte evitò la condanna -.

“Se la richiesta d’immunità di Trump sarà respinta, si aprirà un vaso di Pandora … Joe Biden potrà esserlo per aver impedito al suo avversario di diventare presidente”: ha affermato uno degli avvocati del magnate.

Trump, dal canto suo, ha detto: “Un presidente deve avere l’immunità, se la negano a me, dovevano negarla anche a Barack Obama”. Un riferimento ad azioni con i droni condotte dall’allora presidente che fecero vittime civili e per le quali all’epoca Obama fu criticato.

Era la prima volta da alcuni mesi che Trump appariva in un’aula di tribunale a Washington. L’esito del ricorso avrà conseguenze sia per il procedimento giudiziario in cui l’ex presidente è accusato sia per la più generale e mai trattata questione se un presidente può essere perseguito per atti compiuti durante il suo mandato.

Una decisione rapida è cruciale per il procuratore speciale Jack Smith, che ha istruito il caso e che vuole vedere il processo avviato prima delle elezioni del 5 novembre. Ma gli avvocati di Trump, oltre a cercare di annullare il procedimento, contano sul rimbalzo degli appelli per rinviare l’inizio del processo, attualmente fissato al 4 marzo, ma che potrebbe slittare.

Gli ex presidenti godono di un’ampia immunità per le azioni intraprese come parte dei loro doveri istituzionali. Ma poiché nessun presidente, prima di Trump, è mai stato rinviato a giudizio, i giudici non hanno mai dovuto sciogliere il dubbio se l’immunità si estenda ad atti penalmente rilevanti.

Usa 2024: la Casa Bianca dirama nuove disposizioni dopo ‘caso Austin’
La Casa Bianca ha disposto che, d’ora in poi, i ministri che non possono temporaneamente fare fronte ai loro impegni ne diano comunicazione: l’ordine è una conseguenza del caso del segretario alla Difesa Lloyd Austin, che ha tenuto segreto per alcuni giorni il suo ricovero all’ospedale militare Walter Reed di Bethesda per un’infezione urinaria conseguente a un intervento chirurgico per un cancro alla prostata.

Il comportamento di Austin è stato aspramente criticato, specie in Congresso. Trump ne ha chiesto le dimissioni, che Biden non ha invece sollecitato.

Usa 2024: Trump attacca Haley, non può essere candidata
Preoccupato forse dall’ascesa nei sondaggi della sua rivale, in particolare nel New Hampshire, Trump rilancia sul suo social Truth una teoria complottista secondo cui l’ex ambasciatrice all’Onu Nikki Haley, figlia di immigrati indiani, non è eleggibile, perché i suoi genitori non erano cittadini quando lei nacque in South Carolina – ma la nascita sul suolo statunitense le garantisce automaticamente la cittadinanza -.

Il magnate aveva usato false teorie analoghe per minare le candidature di Barack Obama (sposando la tesi che metteva in discussione l’autenticità del suo certificato di nascita negli Usa) e di Ted Cruz (“è nato in Canada”), nonché quella di Kamala Harris alla vicepresidenza (“genitori irregolari”).

Haley ha sensibilmente accorciato le distanze da Trump nel New Hampshire. Secondo un sondaggio della University of New Hampshire per Cnn, la candidata repubblicana ha il 32% delle preferenze, rispetto al 39% dell’ex presidente.

Da novembre, Haley è salita nei sondaggi nello Stato di 12 punti. Gli altri aspiranti alla nomination sono più indietro: Chris Christie ha il 12%, Vivek Ramaswamy l’8% e Ron DeSantis il 5%.

Usa 2024: eurasia Group vede rischio futuro pianeta
Le elezioni presidenziali del 5 novembre negli Stati Uniti rappresentano il rischio politico più grande per il futuro del pianeta perché, qualunque sia il loro esito, le istituzioni democratiche ne usciranno malconce. Lo sostiene in un’analisi l’Eurasia Group.

Nel suo rapporto annuale, la società di consulenza fondata dal politologo Ian Bremmer considera che il voto “metterà alla prova la democrazia statunitense a un livello che la nazione non conosceva da 150 anni”, cioè dalla Guerra Civile.

“L’esito del voto per ora è incerto. L’unica certezza è che il tessuto sociale, le istituzioni politiche e la reputazione internazionale dell’America continueranno ad esserne danneggiati”, si legge ancora nell’analisi. Secondo il rapporto, se Trump perdesse nuovamente contro Biden, probabilmente lancerebbe campagne intimidatorie contro funzionari e operatori.

Inoltre, se il magnate fosse incarcerato, gli Stati Uniti potrebbero affrontare “una crisi politica senza precedenti”, anche se la violenza su larga scala sarebbe improbabile. In caso di vittoria di Trump, invece, il rischio è che egli sfrutti la sua posizione come “un’arma” per perseguire i suoi avversari e schiacciare il dissenso.

Per Eurasia Group, dopo le elezioni Usa il maggior pericolo mondiale è la crisi in Medio Oriente, con la guerra tra Israele e Hamas, “probabilmente solo la prima fase di un conflitto in espansione nel 2024”. Il terzo rischio è rappresentato dal conflitto in Ucraina.