Food
Le farine di insetti arrivano sugli scaffali dei negozi italiani
Di Giampiero Cinelli
Le farine d’insetti arrivano anche in Italia: sono stati pubblicati i decreti attuativi che regolano la commercializzazione di prodotti contenenti quattro varietà di farine d’insetto: le larve del verme della farina minore, le larve gialle della farina, le locuste migratorie e i grilli domestici. I prodotti contenenti questi ingredienti, dunque, possono ora essere preparati, venduti e acquistati. Verranno però chiamate “polveri” e, su stretta vigilanza dei Nas, non potranno essere usate per produrre pane e pizza.
Questi nuovi prodotti saranno presenti in forma congelata, essiccata o in polvere. Sembra strano se si pensa al governo in carica, così strenuo difensore delle tradizioni e delle specificità culinarie nostrane. Ma il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida ha immediatamente specificato che i decreti «non liberalizzano il consumo di farine e alimenti derivanti da insetti», in quanto il governo ha introdotto «regole rigidissime» per i produttori, «volte ad informare minuziosamente i nostri cittadini che consumano» (norma già prevista da tempo dalla legge italiana, che obbliga ad indicare in maniera chiara l’elenco degli ingredienti di un prodotto in etichetta). Questa attenzione è prevista anche dall’autorizzazione avvenuta a livello europeo e che «vincola ogni paese facente parte dell’Ue».
L’arrivo degli insetti sugli scaffali è appunto frutto del regolamento comunitario sui «novel food», entrato in vigore a gennaio 2018, che permette di riconoscere alcuni insetti sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali provenienti da Paesi terzi.
Imprescindibile un’etichetta ben visibile sulla confezione che informerà chi acquista della tipologia di insetto contenuto nel cibo, la quantità di insetti utilizzati, il Paese di origine e le consuete indicazioni sui rischi eventuali legati alle reazioni allergiche. La vera differenza rispetto alle consuete normative, è che i prodotti in questione devono essere posti in vendita in comparti separati, segnalati attraverso apposita cartellonistica. Questo può essere una difficoltà per i produttori per via di spazi contingentati a aumento dei costi di allestimento.