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USA 2024: – 307, Anno Nuovo, leggi nuove ma soliti sondaggi a tutto Trump

02
Gennaio 2024
Di Giampiero Gramaglia

L’inizio del 2024 coincide, negli USA come altrove nel Mondo, con l’entrata in vigore di nuove disposizioni, spesso di segno tra loro opposto, a seconda dell’orientamento politico dello Stato che le adotta: il salario minimo ad esempio è stato innalzato in 22 Stati e nel Distretto di Columbia, dove sorge Washington; invece, numerosi Stati repubblicani hanno introdotto restrizioni all’assistenza per i minori che desiderano cambiare sesso – Louisiana e Idaho hanno addirittura messo al bando le procedure.

Diversi Stati democratici, in particolare la California e lo Stato di Washington, hanno poi introdotto misure a protezione del diritto di aborto, dopo che, sulla scorta della sentenza della Corte Suprema del 2022, che ha abolito la tutela federale, molti Stati conservatori hanno preso misure restrittive.

Alcuni di questi temi, come l’aborto, hanno un impatto sulla campagna elettorale per USA 2024. Ma nessuno sembra, per ora, in grado di modificare l’inerzia della campagna. E Donald Trump, oltre che il favore degli elettori, incassa rassicurazioni dai suoi rivali per la nomination repubblicana: se sarà condannato, loro lo grazieranno per tutti e 91 i capi di imputazione che gli pendono sulla testa in quattro processi, due federali a Washington e in Florida, uno statale in Georgia e uno locale a New York.

Il governatore della Florida Ron DeSantis ha fatto eco, a fine anno, a quanto dichiarato a Plymouth, nel New Hampshire, da Nikki Haley, “Gazierò Trump se sarà ritenuto colpevole”. DeSantis, che parlava nello Iowa, ha spiegato: “Dobbiamo andare  avanti come Paese”, evocando l’analogo gesto fatto da Gerald Ford verso Richard Nixon per lo scandalo Watergate, l’unica volta che un presidente degli Stati Uniti è stato graziato.

I sondaggi continuano a essere sconfortanti per il presidente democratico Joe Biden, che pare avere perso la presa sui giovani e sulle minoranze. Un sondaggio di Usa Today e Suffolk University conferma che gli elettori afro-americani e ispanici e i giovani lo stanno abbandonando. Trump gli è addirittura davanti tra gli ispanici – pare un’assurdità, visto che lui dichiara che gli immigrati “avvelenano il sangue dell’America” – e i giovani.

Quanto ai  neri, un elettore su cinque dice che sosterrà un candidato di un terzo partito: il pacifista e negazionista Robert F. Kennedy Jr. è al 10%.

Secondo il Roper Center, Biden ora ha il sostegno di appena il 63% degli elettori afro-americani, rispetto all’87% del 2020, ed è in svantaggio su Trump tra gli ispanici di cinque punti, 39% a 34% (nel 2020, lo aveva doppiato, 65% contro 32%).

Tra gli elettori sotto i 35 anni, una generazione ampiamente in disaccordo con i repubblicani su temi come l’aborto e il cambiamento climatico, il magnate è ancora avanti 37% a 33%. I giovani avevano largamente sostenuto Biden nel 2020, ma, come i neri e gli ispanici, ne sono poi stati delusi.

Nella media dei sondaggi di RealClearPolitics, Trump è davanti a Biden di 2,3 punti.

Quanto alla corsa alla nomination repubblicana, a due settimane dai caucuses nello Iowa, che il 15 aprono la stagione delle primarie, Trump stacca tutti i rivali. Nello Iowa, l’ex presidente è al 51,3%; lo inseguono con oltre 30 punti di distacco DeSantis (18,6%) e Haley (16,1%), che giovedì saranno protagonisti di un dibattito sulla Cnn con gli elettori di questo Stato rurale e molto conservatore.

Nella tappa successiva, il 23 gennaio, in New Hampshire, più liberal, Haley scavalca DeSantis, ma resta lontana dal magnate: Trump scende al 46,3%, mentre l’ex governatrice del South Carolina sale al 24,8%. DeSantis è quarto al 9,5%, preceduto anche da Chris Christie al 10,5%: il governatore repubblicano dello Stato Chris Sununu, che ha già dato l’endorsement a Haley, lo invita a ritirarsi.

L’ex rappresentante degli Usa all’Onu è dietro a Trump anche nello Stato di cui è stata due volte governatrice: in South Carolina, dove si vota il 24 febbraio, è al 19,6%, il magnate al 49,2%. C’è chi considera che l’ex presidente abbia la nomination in tasca e che possa blindarla già il 5 marzo, quando ci sarà il Super-Martedì.

Ma gli umori degli elettori, nelle primarie, possono mutare in fretta e le incognite per Trump non mancano: dai processi pendenti all’esclusione dalle primarie in due Stati – Colorado e Maine – che hanno applicato il 14o emendamento della Costituzione, che esclude dalle cariche pubbliche funzionari coinvolti in insurrezioni anti-istituzionali, come l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Tutte questioni su cui, alla fine, dovrà pronunciarsi la Corte Suprema.