USA2024
USA 2024: – 333, Haley vince il dibattito, McCarthy lascia politica
Di Giampiero Gramaglia
Insulti reciproci, attacchi a Trump e parole grosse: assente come al solito il magnate ex presidente, gli aspiranti alla nomination repubblicana superstiti si sono dati da fare, ieri sera, a Tuscaloosa, Alabama, per catturare l’attenzione, e il favore, del pubblico del loro quarto dibattito televisivo, probabilmente l’ultimo organizzato dal Comitato nazionale repubblicano prima dei caucuses che apriranno, il 15 gennaio, nello Iowa, la stagione delle primarie che porteranno poi alle elezioni USA 2024.
Ad affrontarsi erano – in ordine di favore nella media dei sondaggi – il governatore della Florida Ron DeSantis, l’ex governatrice della South Carolina Nikki Haley, l’imprenditore bio-tech e filantropo Vivek Ramaswamy e l’ex governatore del New Jersey Chris Christie, Unico escluso, perché privo dei requisiti, il governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson. Trump, dal canto suo, partecipava a una raccolta di fondi in Florida.
DeSantis e Ramaswamy se la sono presa con Haley, che è in crescita nei sondaggi e che appare l’unica alternativa credibile a Trump, di cui, invece, il governatore della Florida e l’imprenditore d’origini indiane sono, a diverso titolo, dei cloni. Christie è stato quello che ha più attaccato Trump, ma è anche andato in soccorso di Haley.
Stando a diversi analisti, e al corrispondente dell’ANSA da Washington Claudio Salvalaggio, Haley ha dominato il campo, confermandosi “la più temibile e credibile rivale” del magnate ex presidente, proprio nel giorno in cui un ex palafreniere di Trump caduto in disgrazia, l’ex speaker della Camera Kevin McCarthy, deputato della California, annunciava l’abbandono del seggio e della politica, effettivo a fine anno.
L’uscita di scena di McCarthy, 58 anni di carriera politica, il primo speaker della Camera rimosso dall’incarico nella storia dell’Unione, e l’espulsione la scorsa settimana del deputato truffaldino Georges Santos riducono a tre seggi su 435 la già risicata maggioranza repubblicana alla Camera.
Mercoledì sera, Haley è stata fin da subito il principale bersaglio degli attacchi, specie di DeSantis e Ramaswamy, che l’hanno accusata di essere finanziata, e quindi condizionata, dai ricchi donatori, come i fratelli Koch. L’imprenditore l’ha definita “corrotta” (alzando anche un cartello con la scritta) e “fascista più di Biden”, paragonandola a un “Dick Cheney col rossetto”.
Il pubblico ha fatto ‘buu’, mentre Christie ha cavallerescamente preso le difese di Haley, innescando uno degli scontri più accesi di tutta la serata. “Sei lo sbruffone più odioso d’America, questa è una donna intelligente e di successo, dovresti smettere di insultarla”, ha detto Christie. “Fai un favore a tutti, scendi dal palco, goditi un buon pasto e lascia la gara”, ha replicato Ramaswamy alludendo all’obesità del rivale.
Christie è stato l’unico a prendere ti petto Trump, accusando i suoi rivali di essere “troppo timidi” verso di lui e di “avere paura di offenderlo”: lo ha paragonato al Lord Voldemort di Harry Potter. “Non ha il fegato di venire qui… E’ una persona arrabbiata, un dittatore, un bullo, non idoneo a fare il presidente”, ha denunciato, pronosticando che “sarà condannato e gli elettori non lo voteranno”.
DeSantis ha criticato Trump per l’età e per alcune mancate promesse, ma si è rifiutato di dire se sia o meno idoneo alla presidenza e ha escluso il rischio di una deriva autoritaria. Il governatore è stato complessivamente più aggressivo che nei precedenti dibattiti, ma resta troppo legato al controverso ‘modello Florida’ da esportare su scala nazionale.
Ramaswamy, che era uscito bene dal primo dibattito, ha invece toccato il fondo tra volgarità, teorie del complotto e battute come “scoraggiare la Cina dall’invadere Taiwan dando a tutti gli abitanti dell’isola un fucile automatico Ar-15 per difendersi”.
Haley à rimasta sempre calma, respingendo tutti gli attacchi, anche sulla Cina, e lanciando nel finale una sfida a Trump: “Dobbiamo fermare il caos, ma non è possibile sconfiggere il caos democratico con il caos repubblicano. Questo è ciò che ci dà Trump. Il mio approccio è diverso: niente drammi, niente vendette, niente piagnistei”.