di Sergio Pizzolante
Gianrico Carofiglio, scrittore illustre, ex magistrato, ex deputato del Pd, elettore del Pd, sostenitore di Zingaretti, dice, con una intervista a La Stampa, che per un dirigente del Pd, la cosa più difficile è spiegare cosa è il Pd. È così. Una sintesi perfetta. Non di uno che vuole male al Pd.
Carofiglio dice anche che le dimissioni di Zingaretti sono state un grande errore. Non si può, dice lo scrittore, “lasciare che le proprie sofferenze personali condizionino le scelte politiche”. E poi, l’uso delle parole, di Zingaretti. La parola “vergogna”. Per il Pd.
Rappresenta una scorciatoia, aggiunge Carofiglio, per chi non è capace di analizzare più a fondo. Potrei fermarmi qui. Perché parole più dure e vere, io che non sono del Pd e che non ho mai apprezzato Zingaretti, non potrei trovare.
Però alcune cose vanno aggiunte.
Perché un dirigente del Pd non è in grado di spiegare cosa è il Pd? Perché il Pd non è. Turati aveva previsto (quasi) tutto, esattamente 100 anni fa a Livorno. Quando i comunisti andarono via dal Partito Socialista: “Quando avrete fatto il Partito comunista…se vorrete fare qualche cosa che sia rivoluzionaria davvero…sarete forzati…a percorrere completamente la nostra via…perché questo è il socialismo che è solo immortale, che è solo quello che veramente rimane di vitale in tutte queste nostre beghe e diatribe”.
Non aveva previsto, Turati, che i comunisti, avrebbero cercato di percorrere poi, la nostra via, al buio. Di ogni pensiero. Non si è più comunisti, solo perché, per molti, non per tutti, non lo si può più dire. Non per convinzione. Non si è nemmeno socialisti. Non italiani, forse europei.
Si è democratici, si dice, ma di sinistra, poi democratici solo. Quando ci si fonde con i cattolici di sinistra. Travisando il pensiero di Moro. Che non voleva unirsi ai comunisti, ma costringerli alla responsabilità nazionale. È una operazione catto-comunista, ma dice sia l’opposto, una operazione riformista. Erede del riformismo italiano, che però era quello di Turati, il Socialtraditore, dal quale erano scappati via.
Si torna su quella strada quindi? No, il riferimento continua ad essere l’opposto: Berlinguer. E il moralismo, che poi divento’ giustizialismo, poi populismo, più o meno consapevole. Le “poltrone” e la “vergogna” di Zingaretti. Sommato al moderatismo governista di Franceschini.
Ecco. Questo è il rompicapo. Cosa è il Pd? Come fa a spiegarlo un dirigente del Pd, allevato a pane, Berlinguer, Mani Pulite, falso Moro, Di Pietro, Davigo, principio maggioritario, principio proporzionale, diritti senza doveri, socialisti mai, comunisti non più, democratici ma alleati strategici del partito di Grillo, che dichiara superata la democrazia. Ecco. Tutto questo è morto. Un partito che nessuno riesce a spiegare.
Rimangono solo le “beghe e le diatribe”, di cui parlo’ Turati. Divise in correnti.