Esteri
Usa-Cina: Biden vede Xi, passi avanti e un dialogo “molto costruttivo e produttivo”
Di Giampiero Gramaglia
Usa e Cina riprenderanno regolari contatti militari, nell’intento di evitare che incidenti fortuiti inneschino conflitti. Il canale di comunicazione era interrotto dall’agosto 2022 per iniziativa cinese, causa le tensioni create dalla visita a Taiwan dell’allora speaker della Camera Usa Nancy Pelosi. “Abbiamo di nuovo comunicazioni dirette, aperte, chiare”, assicura il presidente Usa Joe Biden.
Dopo quattro ore di colloqui bilaterali, nei pressi di San Francisco, a margine del Vertice dell’Apec, l’Associazione della Cooperazione economica Asia-Pacifico, Biden dice ai giornalisti che l’incontro è stato “molto costruttivo e produttivo”. La Cina avrebbe anche accettato di intervenire sull’export di fentanyl, un analgesico il cui utilizzo come droga crea diffusa preoccupazione negli Stati Uniti.
Tuttavia, poche ore dopo, il presidente Usa pare volere correggere al ribasso l’impressione positiva suscitata dai suoi primi commenti e dice di continuare a considerare il presidente cinese Xi Jinping “un dittatore”. Frase che il Ministero degli Esteri cinese chiosa come “estremamente sbagliata”. Segno che molto resta da riparare, nelle relazioni bilaterali Usa – Cina, al di là del fatto di per sé incoraggiante che l’incontro c’è stato e che qualche intesa, sia pure minima, è stata raggiunta.
Biden-Xi: primo incontro in quasi un anno
L’incontro tra Biden e Xi è stato il primo fra i due dopo quasi un anno: si erano visti il 20 novembre 2022 a margine del Vertice del G20 in Indonesia. Ed erano oltre sei anni che il presidente cinese non visitava gli Stati Uniti: nell’aprile 2017, era stato ricevuto a Mar-a-lago dall’allora presidente Donald Trump, che, mentre era a tavola con il leader cinese, aveva lanciato un attacco missilistico sulla Siria.
Questa volta, quattro ore di conversazioni a delegazioni allargate, in una dimora di stile georgiano aa sud di San Francisco, con un lunch con ravioli alla ricotta con erbette, pollo arrosto e meringa alle mandorle, sono state meno indigeste per il leader cinese, nonostante il clima fosse appesantito, oltre che dai dissensi bilaterali, dalle guerre che scuotono il mondo in Ucraina e nel Medio Oriente.
Su quei fronti, Biden e Xi hanno condiviso preoccupazioni, ma non hanno sortito soluzioni – né ci si aspettava che lo facessero -. E, nei commenti dei media statunitensi, prevale la sensazione che restino inalterati i fattori che spingono Usa e Cina a una pericolosa rivalità.
“Credo che, una volta aperta, la porta alle relazioni bilaterali, non verrà più chiusa”, dice tuttavia Xi parlando a San Francisco, alla cena di gala della comunità d’affari americano-cinese a margine dell’Apec. Secondo Beatrice Gallelli, ricercatrice dell’Istituto Affari Internazionali, la distensione fra Usa e Cina “non è totale”, ma ci sono elementi molto positivi nella ripresa dei rapporti bilaterali che avevano conosciuto un brusco raffreddamento dopo la vicenda del pallone aerostatico cinese intercettato nei cieli nord-americani nel febbraio scorso.
Per quell’incidente, il segretario di Stato Usa Antony Blinken aveva rinviato di mesi una sua visita in Cina preliminare al vertice Biden – Xi. Negli ultimi mesi, però, i contatti sono tornati a essere frequenti: dopo Blinken, la segretaria al Tesoro Janet Yellen, il consigliere alla Sicurezza nazionale Jack Sullivan, l’inviato per l’ambiente John Kerry e altri hanno compiuto missioni cinesi.
Biden, due piccioni con una fava in chiave elettorale
Il rilancio del dialogo Usa – Cina è stato il fatto saliente del Vertice Apec. Al rientro a Washington da San Francisco, Biden troverà pronta da firmare la legge che scongiura, fino al 2024, il rischio d’uno shutdown, cioè di una serrata, dell’Amministrazione federale. Ieri, infatti, il Senato ha definitivamente approvato la misura già varata dalla Camera che copre le spese di qui a gennaio. Sul bilancio, c’è però da aspettarsi un braccio di ferro tra l’Amministrazione democratica e l’opposizione repubblicana all’inizio del 2024, anno elettorale.
Il presidente ha così preso due piccioni in un solo giorno: con l’incontro con Xi, ha dimostrato che il suo impegno diplomatico porta dei risultati; e con il compromesso in Congresso, ha evitato disagi ai cittadini.
Ma i media liberal Usa sono cauti, per la Cnn il dialogo con Xi “può avere chiuso la botola aperta sotto le relazioni diplomatiche più critiche per il Mondo, che avevano raggiunto il punto più basso da 50 anni in qua”. Ma “le aspettative erano state deliberatamente tenute basse ed entrambe le parti avevano interesse a dichiarare i colloqui produttivi”.
Infatti, Biden e Xi avevano il reciproco intento di rafforzare le relazioni bilaterali fra Usa e Cina, economiche e commerciali, sul clima e la sicurezza; o almeno – scrive l’Ap – “di stabilizzarle”, facendo “modesti accordi” che non toccano ”le profonde differenze sulla competizione economica e le minacce alla sicurezza globale”. E il nodo di Taiwan resta irrisolto.
L’approccio di Biden a Xi è “fidarsi, ma verificare”: “La mia responsabilità – spiega – è di rendere il rapporto competitivo tra Usa e Cina ‘razionale e gestibile’, così che non sfoci in conflitti”. Gli va in scia l’Unione europea: “Con la rapida ascesa della Cina e il cambiamento del panorama globale – scrive Jing Men, autore di papers dell’Istituto Affari Internazionali -, l’Ue ha aggiornato periodicamente la sua politica sulla Cina. Le parole chiave utilizzate in ogni documento politico rivelano l’evoluzione della percezione che l’Ue ha della Cina: era un partner negli Anni 90 e all’inizio del XXI secolo, era una sfida commerciale nel 2006, è un rivale sistemico nel 2019 (posizione ribadita nelle conclusioni del Consiglio europeo di fine giugno 2023)”.