di Mariya Gabriel, Commissaria UE per Innovazione, Ricerca, Cultura, Istruzione e Giovani
La risposta globale alla COVID-19 è stata plasmata dalla ricerca e dall'innovazione scientifica. Dopo una fase iniziale di studio del virus, monitoraggio della pandemia e sviluppo di nuovi sistemi diagnostici e terapie, il plauso generale con cui è stata accolta la scoperta di vaccini efficaci in tempi record è pienamente giustificato. I meriti non vanno solo alla scienza medica: l'intelligenza artificiale ha contribuito a riprodurre la sequenza genomica del virus e la stampa 3D ha risolto rapidamente diverse criticità relative alla protezione individuale e alle forniture supplementari di ventilatori nei nostri ospedali. Personalità di spicco del mondo scientifico, divenute personaggi mediatici, hanno condiviso la scena con i politici e sostenuto la società nel far fronte alle sfide senza precedenti degli ultimi mesi. Non siamo mai stati più consapevoli di quanto sia essenziale il contributo della scienza, della ricerca e dell'innovazione per preservare e promuovere la vita umana.
E quindi, quali insegnamenti trarre ai fini della ripresa verde e digitale post-COVID? Come possiamo sfruttare la valenza trasformativa della ricerca e dell'innovazione per accelerare le transizioni di cui il nostro pianeta e le nostre società hanno disperatamente bisogno e costruire una nuova economia sostenibile per la salute, il benessere e l'uguaglianza nella sua accezione più ampia? Stiamo veramente cogliendo l'occasione unica di effettuare ingenti investimenti pubblici per una migliore ricostruzione e il rafforzamento della resilienza economica, investendo in ricerca e innovazione? La risposta, a dire il vero, non è univoca. Non che manchi la determinazione politica: l'Europa è unita a sostegno di un'ambiziosa agenda per la crescita verde, che porti alla piena decarbonizzazione entro il 2050, e di una strategia industriale incentrata sulle opportunità digitali. Non mancano nemmeno i mezzi finanziari per riuscirci: 1 800 miliardi di euro nella dotazione finanziaria dell'UE per i prossimi 7 anni, importo che comprende 95,5 miliardi di euro destinati al più grande programma quadro di ricerca e innovazione mai varato, Orizzonte Europa. Eppure, secondo dati recenti della Banca europea per gli investimenti (la futura "banca verde" dell'UE), la pandemia ha provocato una preoccupante contrazione degli investimenti privati in R&I e rischia di causare riduzioni analoghe della spesa pubblica in tale ambito, mentre i governi e le aziende sono alle prese con problemi di liquidità a breve termine che potrebbero compromettere il successo nel futuro dell'impegno europeo a favore della neutralità climatica.
Le autorità pubbliche possono, e dovrebbero, guidare le iniziative per invertire questa tendenza, in linea con il nostro obiettivo di un livello di investimenti in R&I pari al 3% del PIL dell'UE. La Commissione europea ha appena chiuso un invito a presentare proposte nel campo della ricerca e dell'innovazione per un importo di un miliardo di euro, direttamente collegato alla realizzazione del Green Deal europeo. Le oltre 1 500 risposte pervenute hanno superato di 20 volte il limite di adesioni previsto per l'invito, e risultati altrettanto incoraggianti sono stati ottenuti per il nuovo Fondo per l'innovazione incentrato sull'azione per il clima e sulle riduzioni dei gas a effetto serra. Nell'ambito di Orizzonte Europa il Consiglio europeo per l'innovazione creerà nuove opportunità per sostenere le start-up e le scale-up innovative e promuovere il mercato europeo del venture capital. Varie azioni pilota in questo settore hanno permesso di constatare che i finanziamenti pubblici generano un effetto moltiplicatore pari a tre sugli investimenti privati.
Il dispositivo per la ripresa e la resilienza, di recente istituzione, fornirà un sostegno tempestivo alle strategie di investimento e di riforma post-COVID dei paesi dell'UE. Con un sostegno di quasi 672,5 miliardi di euro a favore dei piani nazionali degli Stati membri per la ripresa e la resilienza, il dispositivo instaurerà sinergie con altri programmi finanziari dell'UE, come i fondi strutturali, a sostegno della transizione verde e digitale. Stiamo collaborando con gli Stati membri sui piani nazionali per la ripresa e la resilienza per massimizzare gli effetti di tali investimenti e il relativo sostegno ai piani di riforma. I ministri della Ricerca dell'UE chiedono che i piani nazionali per la ripresa e la resilienza prevedano investimenti e riforme significativi in materia di R&I, per affrontare le sfide che ancora persistono e colmare il divario in tema di innovazione tra gli Stati membri dell'UE. Ad esempio, il dispositivo per la ripresa e la resilienza può essere utilizzato per aiutare le PMI e le start-up innovative a coprire i costi di sviluppo e di commercializzazione delle loro innovazioni, oltre che ad espandersi. Per aumentare l'efficacia del sostegno offerto dal dispositivo, gli Stati membri possono unire le proprie forze in progetti transnazionali, ad esempio nel settore dell'idrogeno e delle energie rinnovabili. Affinché siano veramente efficaci nel lungo termine, i piani per la ripresa e la resilienza dovrebbero abbinare gli investimenti alle riforme.
Questi sono solo esempi, ma vi è un ampio margine di integrazione della R&I nelle strategie nazionali di ripresa. Ed è proprio ora che dobbiamo agire, in un momento in cui lavoriamo con gli Stati membri per mettere a punto i loro piani per la ripresa e la resilienza nei prossimi mesi. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza, pienamente compatibile con il Green Deal europeo, impartisce orientamenti di spesa in linea con il principio di "non arrecare danni significativi" e con gli impegni europei in materia di sostenibilità. Gli investitori sono fortemente attratti dai progetti ambientali, sociali e di buona governance, il che rende ancor più necessarie la nascente tassonomia dell'UE per la finanza sostenibile e le nostre prossime proposte quadro di norme per le obbligazioni verdi. Gli investimenti in ricerca e innovazione sono pienamente compatibili con questa nuova architettura.
Le personalità scientifiche, i ricercatori e gli innovatori europei di rilievo mondiale hanno tutte le ragioni di essere fieri del ruolo guida assunto durante la pandemia. La ricerca e l'innovazione sono fattori altrettanto importanti per aiutare le nostre economie, le nostre società e il nostro stile di vita a uscire dalla crisi. Il ritmo e la portata delle sfide globali poste dal cambiamento climatico e dalla rivoluzione digitale ci impongono di tenere conto di questi due fattori in sede di definizione delle nostre risposte post-COVID, per lasciare alle generazioni future un'eredità sostenibile, sana, resiliente ed equa. Dobbiamo quindi cogliere l'opportunità di inglobare nelle nostre strategie di ripresa post-COVID una forte dimensione di ricerca e innovazione.
Mariya Gabriel
Photo Credits: Corcom