Cultura

I 75 anni della Costituzione. Mattarella al Maxxi inaugura l’opera di Isgró-Botta

27
Ottobre 2023
Di Flavia Iannilli

Medaglia del Presidente della Repubblica all’iniziativa

La Costituzione italiana spegne 75 candeline e con lei i valori fondamentali che la compongono. Per quanto alcuni ritengano che vada aggiornata, soprattutto dopo la caduta del muro di Berlino e degli effetti a catena di “Tangentopoli”, si tratta degli stessi valori che aiutarono l’Italia a superare crisi decisive negli anni del terrorismo e della lotta alle mafie. 75 anni che il Maxxi Museo nazionale delle arti del XXI secolo celebra con la produzione di un grande progetto commissionato all’artista Emilio Isgrò e all’architetto Mario Botta, due dei maggiori esponenti della cultura contemporanea.

“Non uccidere” è l’installazione che nasce dalla loro collaborazione, inaugurata oggi alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. 

“Sono grato ai maestri Isgrò e Botta per questo progetto potente e necessario, che amplifica un imperativo primario, oggi più che mai urgente da ribadire: NON UCCIDERE – commenta Alessandro Giuli, Presidente del Maxxi. Il più solenne degli obblighi etici e morali e principio inderogabile sotteso alla nostra Costituzione. L’installazione “Non uccidere” entrerà nella collezione del Museo, patrimonio di tutti gli italiani. Ospitata nella piazza Alighiero Boetti, dove ogni giorno centinaia di persone potranno scoprirla, sarà nuovamente esposta in altre sedi e istituzioni affinché il suo universale comandamento di pace continui a diffondersi”. Occasione per cui Giuli e il Museo nazionale delle arti del XXI sono stati insigniti da Mattarella di una Medaglia del Presidente della Repubblica.

La stessa Costituzione che Emilio Isgrò, nel 2010, cancelló come “grido di dolore di un artista per l’Italia che si sfascia”. Ai tempi si trattava della rappresentazione di un crimine, si trattava dell’annuncio di un paese che rischiava di sfaldarsi, proprio quando le altre nazioni si stringevano di fronte a prego e difetti della globalizzazione. 

Il collegamento ad un crimine, quello su cui Isgrò riflette. Si tratta del tema dei principi di convivenza sociale alla base di tutte le carte costituzionali. 

“Non uccidere” è un progetto museale composto da una grande opera di Emilio Isgrò, un bassorilievo in pietra del Sinai articolato in undici elementi, e da una spettacolare architettura in cedro del Libano progettata da Mario Botta e collocata nella grande piazza del Museo.

Emilio Isgró ripropone le tavole bibliche dei Dieci comandamenti, interpretati come fondamento morale della società civile, sulle cui iscrizioni è intervenuto con la cancellatura, la cifra della sua opera da quasi sessant’anni, lasciando in evidenza solo il quinto comandamento: NON UCCIDERE. Il messaggio fondamentale che preme esprimere in tutte le lingue del mondo. 

I comandamenti sono stati tradotti in altrettante lingue per rendere sempre più universale il messaggio di pace. Sulle undici coppie di tavole in pietra, la cui forma ricalca quella dell’iconografia classica, sono incisi in rosso “il colore del sangue e della risurrezione” come scrive lo stesso Isgrò, per cui “la cancellatura non è un atto distruttivo. E’ un dire no per poter dire un sì alle cose che contano, è un elemento di riflessione”.

Insieme al grande Padiglione circolare di Botta, le tavole cancellate di Isgrò lì conservate danno vita a un unicum in cui arte e architettura entrano in risonanza.

Il Padiglione di Botta, formato da ventuno arcate alte oltre otto metri a creare uno spazio potente e iconico, è realizzato con legno proveniente dal recupero di piante tagliate in giardini privati o cadute a seguito di fenomeni atmosferici. Un installazione basata sul metodo del paradosso con cui la cancellatura diventa sottolineatura poiché l’arte, come ha dichiarato Isgró, “non è ne di destra né di sinistra ma è arte e basta”. 

C’è un momento in cui anche gli artisti si emozionano. Isgrò si appoggia alla parola “carità”. Parola che i laici dicono spesso perché legata al mondo religioso: «io la voglio pronunciare perché esprime in pieno l’anima di un popolo caritatevole». Parole di un artista italiano che ama il proprio paese e il mondo tutto nella sua interezza con tutti i suoi nodi da sciogliere.