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Meloni alle Camere in vista del Consiglio Ue: sostegno a Israele e Kiev. Il discorso integrale

25
Ottobre 2023
Di Giampiero Cinelli

Giorgia Meloni arriva in Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre per parlare sostanzialmente di sicurezza ed equilibri internazionali. Resta fermo il sostegno all’Ucraina, che si lega ora a quello a Israele, con un occhio alla questione migratoria, ovviamente ancora più centrale. Tutti aspetti per la quale ci sarà bisogno di una Unione europea oculata e cooperativa.

Gli ostaggi israeliani

In apertura la premier fa riferimento agli ostaggi di Hamas: «Voglio esprimere anche in questa Aula la vicinanza umana alle famiglie delle vittime del terrificante attacco di Hamas del 7 ottobre. La mia grande preoccupazione è per la sorte degli ostaggi e il mio sgomento è per la brutalità di Hamas. Richiediamo con forza il rilascio degli ostaggi a partire da donne, bambini e anziani. Ci spaventa molto come italiani e europei. Sono immagini viste più volte nella nostra storia, che ha visto la sua forma più atroce nella persecuzione del popolo ebraico», ha sottolineato Meloni.

Mediare

Per tali ragioni il leader di Palazzo Chigi spiega di aver «deciso di partecipare personalmente alla conferenza del Cairo, scegliendo di essere l’unica nazione membro del G7 a partecipare a livello di leader. Perché considero vitale, in questa fase, il dialogo con i Paesi arabi e musulmani – e l’Italia svolge storicamente un ponte di dialogo tra Europa, Mediterraneo Medio Oriente – per impedire che si cada nella trappola di uno scontro tra civiltà». Questo passaggio è molto importante, siccome le posizioni dialoganti nei confronti del mondo arabo non sono scontate nella politica contemporanea. Tuttavia va considerato, che allo stesso tempo l’appoggio netto a Tel Aviv può creare oggettiva difficoltà nell’opera di mediazione, e questo nonostante, come Meloni fa capire, l’autorità palestinese non c’entri nulla con Hamas.

De-escalation e aiuti umanitari

Ma del resto Giorgia Meloni non ha mai difettato di trasparenza e anche qui rileva che l’obiettivo di Hamas «non era e non poteva essere la difesa del popolo palestinese che invece viene calpestato, ma provocare un conflitto più esteso. Tutti quelli che sono dalla parte giusta devono sapere lavorare insieme per impedire l’escalation del conflitto», afferma, condannando l’antisemitismo e gli attacchi di matrice islamica. Ancora una volta il messaggio è chiaro: «Non devono esserci dubbi nel sostenere il diritto di Israele a esistere e a difendere i propri confini in linea con il diritto internazionale. Questa è la posizione del governo italiano». Secondo la premier anche le vittime di Gaza sono un conseguenza dell’azione del gruppo terroristico e ribadisce che l’Italia ci tiene a supportare l’accesso umanitario.

Uniti per l’Ucraina e contro il terrorismo

Dunque non si può dimenticare il sostegno a Kiev, che Meloni riafferma sia in senso politico che economico. Occuparsi sia del fronte sul Mediterraneo allargato che di quello sul Mar Nero non è contraddittorio, in quanto lei lo interpreta come un tentativo di far saltare i capisaldi del diritto internazionale e dell’ordine. «Non è un caso che non ci siano state condanne specifiche della Russia dell’attacco di Hamas». Vi sono infatti da un versante e dall’altro nuclei geopoliticamente avversari e in questo senso l’Italia non può evitare di fare la sua parte. In primis partendo dalla sua sicurezza interna. La numero uno di Fratelli D’Italia infatti informa che in questi giorni le forze dell’ordine abbiano individuato e fermato diversi potenziali Jihadisti che miravano a entrare in Italia attraverso il confine con la Slovenia. Per tali motivi è stato sospeso Schengen.

Immigrazione

Secondo Giorgia Meloni il terrorismo e l’immigrazione sono legati, la «politica delle porte aperte» è fallimentare, per questo bisogna andare avanti nell’implementazione degli accordi con la Tunisia e l’Unione europea deve dare risalto a questo dossier all’interno del bilancio pluriennale 2021-2027. Meloni quindi rimarca che appoggio a Kiev e maggiore sforzo di risorse per regolare l’immigrazione non sono in contrasto, perché i maggiori flussi sono provocati anche dalle crisi internazionali. Dicendo poi che le condotte più ferme sul controllo dei confini stanno dando i loro frutti, siccome a ottobre gli sbarchi sono diminuiti.

Così il primo ministro: «Per la prima volta nel mese di ottobre il numero di migranti irregolari è diminuito, il lavoro fatto comincia a dare suoi frutti». E poi: «Prevale in consiglio una sensibilità diversa” focalizzata sugli aiuti all’Ucraina. Ma è necessario raggiungere una intesa entro la fine dell’anno e che questa debba riflettere una logica pacchetto, sarebbe un errore rivederlo solo per gli aiuti a Ucraina perché se non fossimo in grado di proteggere i cittadini dagli effetti della guerra finiremmo anche per indebolire il sostegno a quella causa». L’obiettivo di Roma quindi sono anche gli accordi di partenariato con il vicinato Sud dell’Africa. In sostanza rendete efficace il Piano Mattei.

La governance Ue

La mattinata a Palazzo Madama restituisce l’immagine di una maggioranza ancora compatta, al netto dei gossip dell’ultima settimana. «La nostra maggioranza politica è compatta, fatevene una ragione. Il governo ha un orizzonte di legislatura». Subito dopo l’applauso dai banchi del centrodestra. Meloni però sa che il consenso in Italia si costituisce soprattutto con i risultati economici, ragion per cui ricalca l’auspicio a una governance europea che non penalizzi i Paesi con minore capacità fiscale, in una fase in cui le regole sugli aiuti di Stato restano allentate e tutti i Paesi si concentrano su investimenti imponenti.

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