Cultura
Sprovincializzare la discussione pubblica, il mondo è più grande del nostro condominio
Di Daniele Capezzone
Quando la storia bussa alla porta, come accade quando si è alle prime battute di un conflitto (e mentre un altro conflitto, quello tra Russia e Ucraina, è ancora tragicamente in corso), è insensato che la discussione pubblica nazionale resti centrata su aspetti condominiali e minori.
Come si fa a non comprendere che tutto cambia (anche se non lo vogliamo!) in funzione di eventi che ci superano, e che serve a poco fingere di non capire e continuare a parlare d’altro.
Avremo a che fare con un periodo di economia di guerra, con tutte le conseguenze non piacevoli del caso. E ogni altro aspetto della vita pubblica sarà segnato da questa discriminante. La credibilità delle forze politiche, l’orientamento di media e commentatori, i sentimenti dell’opinione pubblica: tutto sarà misurato e condizionato da questo fattore.
In particolare (con tutta una gamma di nuances e sfumature) occorrerà saper distinguere chi intende rimanere saldamente collocato nel quadrante occidentale e chi invece (per ragioni varie: economiche, ideologiche, di puro vassallaggio per interesse personale, ecc) finirà per infilarsi in un’area di ambiguità, prestando orecchio – di volta in volta – alle sirene di Teheran, Mosca o Pechino.