Politica
Firenze, il Comune dice no agli affitti brevi nel centro
Di Giuliana Mastri
Firenze sulle orme di New York. Nella Grande Mela poche settimane fa è avvenuta una stretta legislativa sugli affitti brevi, ora anche Dario Nardella, sindaco del capoluogo toscano, ha fatto passare una delibera di Consiglio Comunale che vieta gli affitti turistici nell’area Unesco, comprendente il 5% del territorio. Si tratta in sostanza del centro storico. Il testo è stato approvato con il voto della maggioranza, composta dalla sinistra e dai Cinque Stelle più i partiti di centrodestra esclusa Forza Italia e gruppo Centro.
Le locazioni del centro storico hanno interessato il 75% degli affitti destinati alla locazione breve, generando secondo l’Amministrazione la crisi abitativa e dunque la crescita insostenibile dei canoni d’affitto. Oltre questo, i residenti parlavano di frequenti situazioni di disagio dovuti alla vicinanza dei turisti. Chi tornerà ad affittare in modo tradizionale vedrà l’imu azzerata per tre anni: «Un provvedimento politico per aprire una breccia nell’inerzia del Paese», ha detto Nardella. Il primo cittadino ha ricordato che nel 2016 a Firenze gli appartamenti destinati all’affitto turistico erano poco meno di 6.000, mentre quelli comunicati oggi al Comune (come impone la legge toscana 86/2016) sono 14.378.». Questo però anche perché in vista del blocco, che Nardella aveva annunciato, i proprietari hanno registrato gli immobili per sfruttare le occasioni residue di affitto breve.
A Firenze i canoni delle locazioni ordinarie sono aumentati del 42% dal 2016 a oggi, passando da 13,4 euro al mq a 19 euro al mq, Nell’ultimo anno l’aumento è stato del 15%. La delibera del Consiglio comunale è stata criticata dalle associazioni dei proprietari immobiliari e dagli operatori che gestiscono gli alloggi da affittare ai turisti che faranno ricorso.
Da notare che la decisione è arrivata quasi in concomitanza con le proteste degli studenti sui prezzi degli alloggi. Ora una delle domande è se potranno approfittare della mossa del Comune. Il loro malcontento è sicuramente uno degli effetti di una macro-tendenza nel mercato immobiliare, che può solo svilupparsi in città molto affollate o in una fase di crescita economica e turistica, sommando a ciò il fenomeno dell’economia smaterializzata, quella che permette appunto di prenotare un appartamento da un app con il cellulare. Tale modello di business ha iniziato ad avere i suoi espliciti detrattori, tra cui figura anche un centro finanziario di prim’ordine come New York. Sarà interessante vedere come si evolverà il settore e se saprà rispondere alle criticità al di là delle vie legali.