Roma. Una settimana prima a La Sapienza e ora anche nei pressi di Roma Tre, si vedono le tende accampate. È la protesta contro il caro affitti. Ad aderire gli studenti di Cambiare Rotta, organizzazione di sinistra. Firenze. comparse alcune scritte sulla sede dell’Azienda regionale per il diritto allo studio universitario della Toscana in viale Gramsci. Si legge: “Lasciate per strada gli studenti vergogna”, “Servono alloggi pubblici”, annunciati cortei.
Solo due esempi di una istanza che torna a essere gridata in tutta Italia. Sono circa 25 le città dove gli studenti accendono i riflettori sul loro problema, quello di essere fortemente condizionati dal prezzo degli alloggi in un momento della loro vita in cui lo studio e la formazione dovrebbero essere favoriti in ogni modo.
Il problema ha a che fare con la scarsa presenza di studentati pubblici e con la tendenza degli universitari italiani a vivere in abitazioni private. I posti disponibili negli studentati sono solo 42mila in tutta Italia, a fronte di 840mila ragazzi che ne avrebbero diritto. In Europa il 18% degli studenti vive in residenze, nel nostro Paese invece siamo al 5%. Emerge nel dibattito, la proposta di abolire la legge 431/98, ovvero di reintrodurre l’equo canone.
Intanto, fin quando il governo non sbloccherà la questione dei nuovi alloggi (ne erano previsti 7.500), obiettivo spostato alla quarta rata del Pnrr, perché si è visto essere progetti già esistenti e ciò rischia di far avere un divieto da Bruxelles, il Consiglio dei Ministri, varando il Dl Energia, ha annunciato che estenderà le borse di studio a 4.947 aventi diritto non ancora beneficiari, con lo stanziamento di 17 milioni.
C’è anche chi in questo momento fa qualcosa attivamente per arginare il problema del caro affitti, come la parrocchia di Zogno, un Comune in provincia di Bergamo, che ha messo a disposizione dei bergamaschi fuori sede 60 alloggi al prezzo calmierato di 250 euro. Ora tutti occupati, hanno una nutrita lista d’attesa. Gli appartamenti furono donati alla parrocchia circa 30 anni fa: «La nostra intenzione è di agevolare i giovani universitari e nello stesso tempo garantire la sostenibilità di questo servizio, accantonando le somme necessarie affinché possa continuare. Anche perché, ad esempio, se è necessario effettuare interventi di manutenzione straordinaria, dobbiamo utilizzare i fondi della parrocchia. È per questa ragione che i nuovi contratti di affitto, dai vecchi 200 euro di canone, sono stati adeguati con un rialzo di 50 euro. In un’ottica di trasparenza ne ho parlato nel corso di un’assemblea parrocchiale», ha spiegato don Mauro Bassanelli al Corriere.