Politica
Gli obiettivi della quinta rata da rivedere, ma Fitto sul Pnrr va avanti
Di Giampiero Cinelli
La strada del Pnrr non è lineare, e per portarla a termine il governo sta facendo abituare all’idea di rinunciare a qualcosa. Dopo che l’iter per la terza rata è stato completato e il lavoro sulla quarta sta andando in porto, sbloccando le erogazioni concrete del denaro, adesso ci si concentra sulle modifiche della quinta rata, che dovrebbe arrivare entro il 31 dicembre e si aggira tra i 18 e i 16 miliardi. Per l’ultima tranche del 2023 servirà far slittare 13 obiettivi, tra cui rientrano anche i fondi per il dissesto idrogeologico, che si punta di recuperare attraverso i fondi europei regionali.
Complessivamente, «i risultati da conseguire, al 31 dicembre 2023, passerebbero da sessantanove a cinquantuno, il numero di target da quarantasei a trenta ed il numero di milestone da ventitré a ventuno», ha spiegato Palazzo Chigi in una nota.
«Penso di poter affermare che il coinvolgimento delle Regioni nella fase di predisposizione del Pnrr non sia stato il massimo e che sia necessario mettere in campo un lavoro di coinvolgimento sui diversi livelli istituzionali. Soprattutto perché riteniamo che non solo ci sia la necessità di utilizzare al meglio le risorse disponibili, ma anche perché è quantomai necessario cercare di utilizzare queste risorse con una visione di insieme. Il tema della leale collaborazione con le Regioni è centrale nell’azione del governo», ha detto il ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto, intervenendo al Festival delle Regioni a Torino.
Il confronto con gli enti territoriali sarà appunto importante, per far sì che i governatori non si trovino a bloccare progetti già avviati. Non è nelle intensioni del governo, che in questo periodo è orientato proprio al pianificare la redistribuzione delle risorse e le priorità. Ricordiamo infatti che si punterà molto meno sul RepowerEu, l’altro programma europeo sugli investimenti Green, perché le risorse chieste per il Pnrr sono già molte e si deve salvare il progetto degli alloggi per gli studenti, spostato come obiettivo alla quarta rata. L’Italia appunto è stata la nazione che sul Pnrr aveva chiesto più prestiti di tutti gli altri con allora Giuseppe Conte, e considerando gli aspetti burocratici rilevanti, non è detto sia stata l’idea migliore. Adesso ci si muove nella logica di una migliore armonizzazione tra risorse legate strettamente al Recovery Plan e Fondi di Coesione, tradizionalmente pensati per le realtà locali. «Se come credo si ridefinirà entro l’anno il percorso di rimodulazione complessiva del piano e quindi anche della condivisione dei nuovi obiettivi della quinta rata, ridotti e modificati, sono convinto che si potranno raggiungere questi obiettivi», ha aggiunto Raffaele Fitto.