Dopo tanta retorica sul “campo largo”, ci si accorge che il campo in questione – in realtà – non è né largo né stretto: è semplicemente invariato, sempre lo stesso.
Il che, per l’opposizione, è due volte una brutta notizia. Una prima volta, perché certifica una consolidata difficoltà nel rivolgersi ad altre fette di elettori, ad altri segmenti della società italiana, e soprattutto a quote di delusi e astenuti. In altre parole, l’offerta politica delle diverse forze della sinistra sembra incrociare solo la domanda che già c’è, senza la capacità di parlare ad altri.
Ma la notizia peggiore è la seconda. Se il bacino non si estende, e se dunque la competizione è per la conquista degli stessi elettori, la concorrenza interna è destinata a farsi ancora più aspra, con il M5S che dovrà esasperare le critiche al Pd e la Schlein che, per togliere qualcosa ai pentastellati, li sfiderà sul loro stesso terreno.
Risultato? Radicalizzazione, spirito minoritario, polemiche intestine. Per questa via, mi pare assai difficile insidiare il governo (per quanto difficili siano i mesi che ha davanti l’esecutivo). Non solo: dal punto di vista del paese, sembra improbabile che l’opposizione sia in grado di incalzare la Meloni in positivo, facendole sentire una concorrenza davvero in grado di stimolarla e sfidarla.