Innovazione
Strategy Innovation Forum, tutti i saperi a servizio del futuro
Di Giampiero Cinelli
Le emissioni di gas serra non sono mai state così critiche e i dati preoccupano. In un mondo che esiste da circa 2 miliardi di anni, la concentrazione della Co2 nell’atmosfera non è mai stata così alta da 800.000 anni a questa parte, arrivando oggi a 427 ppm (parti per milione). Di questo passo è quasi certo che nel 2030 non riusciremo a contenere l’aumento della temperatura terrestre sotto gli 1,5 gradi rispetto al periodo pre-industriale, mancando gli obiettivi che l’Onu si è posto. La situazione ci espone ad alternanze di clima nette e al di fuori dai consueti ritmi, forti piogge e periodi di siccità che condizionano i processi agricoli e produttivi. A questo punto la priorità sta diventando piuttosto non superare l’aumento degli 1,5 gradi, ciò è possibile attraverso l’uso delle diverse fonti energetiche, riciclo, ma più globalmente un ripensamento del nostro stile di vita, il nostro modo di produrre, costruire, di viaggiare e relazionarci, di pensare. Questa potenziale rivoluzione antropologica è stata discussa allo Strategy Innovation Forum organizzato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia all’Auditorium Santa Margherita.
Scienza, architettura, azienda, sociologia, filosofia. Tanti i campi del sapere umano dovranno essere coinvolti in questa spinta innovativa, dialogando fra loro in modo olistico. Dal punto di vista architettonico le idee e i progetti ci sono, filosoficamente invece, come è stato osservato, ci sarà probabilmente bisogno di recuperare l’essenza del pensiero liquido di Bauman, per riuscire a fluire in questa epoca di rimodellamento. E molte aziende sono pronte a collaborare per mettere a punto iter orientati a non sprecare, a riutilizzare. Come chi produce pelli per indumenti, da carni invendute che altrimenti andrebbero al macero. Mostrando ancora una volta le grandi virtù dell’Italia nell’ambito del riciclo.
Nella Strategy Innovation come non considerare l’edilizia, che oggi contribuisce per il 40% all’emissione dei gas serra. ma il 90% dei soggetti operanti nel settore è già molto attento alle pratiche pro-sostenibilità, come rileva Ance. Ne ha parlato Katia De Ros, Vice Presidente Confindustria per il settore Ambiente, Sostenibilità e Cultura. «Il 45% degli imprenditori edili ha già avviato programmi di transizione. 222 sono i miliardi che il Pnrr mette per la sostenibilità e di questi metà vanno all’edilizia», ha detto De Ros, la quale ha sottolineato che non si può non cercare di coniugare «anche la sostenibilità sociale, in un tempo che richiede la costruzione di nuclei abitativi più piccoli ma anche più funzionali. Le case devono essere diverse perché la popolazione è mediamente più anziana. Si pensi a quanti residenti qui a Venezia non hanno l’ascensore nel loro condominio. Poi i Materiali – ha concluso la Vice Presidente –. L’Italia è campione europeo di riciclo ma per far correre l’edilizia servono normative più chiare sui nuovi materiali. Lavorando sul rompere la diffidenza del pubblico, poiché ancora si tende a pensare che i materiali di riciclo siano meno buoni».