Esteri

ONU chiamata a serrare i ranghi globali

19
Settembre 2023
Di Paolo Bozzacchi

Evitare l’ordine sparso internazionale. È questa la grande sfida cui è chiamata la 78esima Assemblea Generale Onu, che si apre oggi a New York. Le spinte divisive portano i nomi di Ucraina e Sahel, e fanno il paio con la crescita economica mondiale in rallentamento e le crisi internazionali: energetica, climatica, migratoria e sociale. Pesanti le assenze: Putin, Modi, Xi, Sunak e Macron. Così come i ritardi Onu sugli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati con l’Agenda 2030. Lo stesso Segretario Generale Antonio Guterres l’ha definita un potenziale “epitaffio”. 

Cosa dirà Guterres

“Soluzioni pratiche e reali” sarà il cuore dell’appello che lancerà il Segretario Generale Onu Antonio Guterres nel suo discorso anticipato in parte alla stampa internazionale. “Non è più il momento di approcci formali o di indecisioni” aggiungerà Guterres. Né per quanto riguarda la gestione delle crisi internazionali, né per quel che concerne le tanto attese riforme di Istituzioni globali quali la stessa ONU, il suo Consiglio di Sicurezza, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. Aggiungiamo noi. “E’ giunto il tempo di scendere a compromessi per un domani che sia migliore per tutti”. Un messaggio quest’ultimo che andrebbe scolpito sulla pietra. Tornando sul punto Consiglio di Sicurezza impossibile non notare che solo uno dei cinque membri permanenti (Joe Biden) sarà presente a New York: Cina, Russia, Gran Bretagna e Francia.

Come è stata snobbata l’Assemblea Generale

A sorpresa la 78esima Assemblea Generale non è entrata nei calendari di importanti tradizionali protagonisti internazionali dell’appuntamento. Basti pensare che Russia e Cina inaugurano oggi a Mosca il 18esimo ciclo di consultazioni sulla sicurezza strategica. E la Francia di Macron riceverà negli stessi giorni dell’ONU a New York la visita ufficiale di Re Carlo III d’Inghilterra, rimandata a marzo a causa delle manifestazioni di piazza transalpine. Segnali. Non indifferenti. Che qualcuno ha già interpretato come uno spostamento dell’asse ONU a est e a sud.

Gli interventi più interessanti

Anzitutto cresce l’attesa per la prima partecipazione in presenza all’Onu dall’inizio del conflitto di Ucraina di Volodymyr Zelensky. Obiettivo dichiarato del presidente ucraino convincere tutti i Paesi presenti ancora ufficialmente neutrali rispetto alla guerra. Occhi puntati anche sul Consiglio di Sicurezza di mercoledì, che lo vedrà seduto allo stesso tavolo con il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov.
Dopo 14 anni torna da leader del Brasile Luiz Inacio da Silva, che aprirà oggi i lavori a New York e incontrerà in due bilaterali prima Joe Biden e poi lo stesso Zelensky. Lula atterrerà nella Grande Mela da Cuba, dove ha partecipato ai lavori del G77, un Forum Internazionale a cui si è aggiunta anche la Cina che punta a rappresentare il Sud del mondo. Lula a New York è chiamato a chiarire la posizione del Brasile rispetto alla guerra in Ucraina, visto che finora non ha adottato sanzioni contro la Russia e ha chiesto agli Stati Uniti di smettere di “istigare la guerra” e all’Unione Europea di “cominciare a parlare di pace”. Potrebbe essere la sorpresa più interessante in termini di notiziabilità dell’evento.

Che l’Assemblea quasi generale abbia inizio.