Cultura
Destra-sinistra: i think tank servono ancora
Di Pietro Cristoferi
Domanda “cos’è la destra e cos’è la sinistra?”; sulle note della canzone di Gaber all’Hotel Savoy a Roma si sono ritrovati lunedì conservatori e progressisti per dialogare su cosa significhi essere di destra e di sinistra. Da un lato Nazione Futura il think tank del mondo conservatore guidato da Francesco Giubilei, dall’altro i progressisti della Fondazione Ottimisti e Razionali capitanati da Claudio Velardi.
L’obiettivo è dialogare su ciò che divide ma anche su ciò che unisce. “Ideologia, ideologia malgrado tutto credo ancora che ci sia è la passione, l’ossessione della tua diversità” cantava ancora Gaber nella celebre canzone e proprio questo fa da leitmotiv all’intero evento con un ricco panel di ospiti.
Il trio Velardi, Giubilei e Chicco Testa, sono loro gli animatori dell’evento che nasce – per loro stessa ammissione – trovandosi molto spesso invitati come opinionisti negli studi televisivi a portare la loro posizione di progressisti o conservatori, così hanno deciso di passare dal piccolo schermo alla viva voce di un convegno per affrontare i temi su cui si sono trovati spesso a dibattere.
Si parla di tutto dalla scuola all’energia e all’ambiente, alle riforme istituzionali fino alla geopolitica e alla cultura. Tutto è dialogo, tutto è dibattito, tutto può essere anche campo di scontro (quello sano, buono, che arricchisce i contenuti e rafforza le posizioni delle parti). I panelists rappresentano chiaramente uno spaccato di due mondi differenti, talvolta anche contrapposti, e così sfilano sul palco Alessandro Campi, Barbara Carfagna, Alfonso Celotto, Anna Paola Concia, Enrico Costa, Francesco Maria Del Vigo, Ernesto Galli Della Loggia, Paolo Macry, Luigi Marattin, Giovanna Melandri, Augusto Minzolini, Manuela Moreno, Corrado Ocone, Giovanni Orsina. David Parenzo, Flavia Perina, Ermete Realacci, Francesco Paolo Sisto, Giulio Tremonti, Giuseppe Valditara, Francesco Vecchi, e Luciano Violante.
Questo potrebbe essere, a detta degli organizzatori, anche il primo di una serie di incontri per far crescere la consapevolezza di un confronto sano e costruttivo tra destra e sinistra, tra conservatori e progressisti. In un panorama di società liquida dove le distinzioni si fanno sfumate anziché cristallizzarsi in posizioni nette, l’obiettivo di eventi come questo è quello di recuperare le sacrosante e sane distinzioni che portano poi al sacrosanto e sano dialogo.
Dialogo, dibattito, confronto, tutte parole che oggi ci interrogano e che un tempo erano lo scettro nelle mani dei partiti. Tuttavia, è noto che i partiti, almeno quelli fondati su grandi apparati e strutture, non esistono più; e le attuali forze politiche sono bacini di consenso che poi si trasformano in macchine burocratiche pronte ad amministrare la cosa pubblica. A chi quindi il compito di brandire lo scettro del pensiero politico? Si può dire che i think tank, sono rimasti di fatto i detentori delle idee (che poi talvolta si traducono anche in proposte di policy). Così il difficile compito di sollecitare il dibattito pubblico su cosa si possa definire oggi destra e sinistra è lasciato a Fondazioni, Associazioni, Comitati: veri e propri “pensatoi” per rafforzare il pensiero critico degli elettori.
Ci si chiede se i “think tank” servono? Sì, servono ancora, e nonostante si dica che “la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra”, eventi come questo stimolano il necessario dibattito tra poli opposti.
Qualcuno si è chiesto dove sia la destra e dove sia la sinistra tra gli ospiti invitati a parlare, e le tifoserie, dell’una e dell’altra parte, si sono dette poco rappresentate, lo stesso Velardi ha chiarito che l’obiettivo non è misurare con il bilancino delle appartenenze quanto piuttosto di parlare liberamente.