Economia

Tim: entro fine estate si aspetta l’offerta vincolante dell’americano Kkr

09
Agosto 2023
Di Jacopo Bernardini

La saga Tim non riposa neanche in estate. È prevista infatti tra fine agosto e fine settembre l’offerta vincolante del fondo americano Kkr per la Netco di Tim, che contiene la rete primaria, secondaria (Fibercop) e Sparkle, società che gestisce la rete di cavi sottomarini.

La cifra dovrebbe aggirarsi intorno ai 21-22 miliardi, che permetterebbe a Tim di risolvere i problemi di liquidità che si trascina da tempo. Insieme a Kkr – che punta alla maggioranza della Netco e che nel gruppo ha già investito 1,8 miliardi di euro comprando una quota del 37,5% di Fibercop – dovrebbero partecipare alcuni investitori italiani (F2i, Cdp) guidati dal Ministero dell’Economia, che manterrebbero un 30-35% dell’infrastruttura nelle mani nazionali.

In questo modo, seguendo la stessa logica di Terna e Snam, quando Kkr, vorrà rivendere o quotare la sua partecipazione, al Mef e ai suoi alleati basterà mantenere quel 30-35% per avere la maggioranza della società.

Più che un complesso mosaico la situazione di Tim assomiglia a un allineamento dei pianeti, tanto che anche i francesi di Vivendi, che possiedono il 24% della società, pare siano disposti a sedersi al tavolo delle trattative con il governo.

Se i tasselli dovessero incastrarsi come immaginato la ServCo, cioè la società che rimarrà dopo la vendita della rete, dovrebbe tornare a essere sostenibile, avendo scaricato oltre 10 miliardi di indebitamento sulla Netco e incassando altri 10 miliardi utili per abbattere i 15 miliardi di debiti ancora in pancia.

L’ostacolo principale rimane sul tema del personale: in ballo circa 40 mila dipendenti che dovranno essere divisi tra le due società. Vivendi vorrebbe che sulla ServCo non rimangano più di 8mila dipendenti, ma non sarà semplice negoziare con sindacati e governo.

Tim, però, continua a bruciare cassa per circa 900 milioni all’anno. Un’emorragia a cui solo un’operazione ben architettata può mettere freno.