Cultura
I giovani e il Papa, “attualizzare” il paradigma della Fede
Di Pietro Cristoferi
“Non abbiate paura” l’appello di Papa Francesco che risuona a Parco Tejo dove sono riuniti oltre 1 milione e mezzo di giovani provenienti da tutto il mondo, di cui oltre 50.000 italiani. Il riverbero di questo invito ripetuto tre, quattro, cinque volte risuona molto come quello che oltre 45 anni fa san Giovanni Paolo II, pronunciò nella sua prima Omelia.
Il viaggio tra i giovani di Papa Francesco ricorda molto quelli delle prime giornate mondiali della Gioventù inaugurate nel 1985 da un’intuizione proprio del papa polacco venendo poi istituzionalizzate a partire dal 1986. E da lì da Roma, alla prossima a Seoul in Corea del Sud nel 2027, passando per tutti i cinque continenti, a cadenza regolare, le Giornate Mondiali della Gioventù hanno riunito per dialogare sulla fede cristiana milioni di giovani. Tanti hanno scoperto la loro vocazione, in tanti altri hanno trovato, ritrovato o scoperto la loro fede più intima.
Per il Papa è un momento anche per soffermarsi sui momenti della guerra in Ucraina; sul volo di rientro alla domanda dei giornalisti per cosa ha pregato a Fatima, il luogo dove la madonna apparve ai tre pastorelli nel 1917, il Pontefice risponde: “Ho pregato per la pace. Non ho fatto pubblicità”. Un richiamo forte che risente anche dell’impegno che il Papa e il Vaticano, stanno portando avanti in questi mesi anche attraverso il Cardinal Matteo Zuppi, Presidente della CEI e inviato speciale del Papa per la pace in Ucraina.
Qualcuno ha notato un Pontefice un po’ affaticato anche dalla convalescenza legata alle recenti operazioni, affermando che avesse tagliato alcune parti dei suoi discorsi terminando prima. Ma Papa Francesco fuga ogni dubbio riguardo al suo stato di salute e rassicura: “La mia salute va bene. I punti me li hanno tolti, faccio una vita normale”. Alcuni discorsi precisa il Santo Padre sono stati tagliati anche perchè era necessario con i giovani comunicare l’essenzialità del messaggio e quindi procedere a braccio anzichè leggere “accademicamente”.
Altro tema caro al Papa è la questione dei migranti, sulla quale in Europa si è dibattuto molto cercando un accordo tra le nazioni per la gestione dei flussi migratori: “Il Mediterraneo è un cimitero, ma non è il cimitero più grande. Il cimitero più grande è il Nord Africa”. Un richiamo forte che sarà l’oggetto della prossima visita del Papa a Marsiglia dove incontrerà anche il Presidente Macron. La sfida lanciata da Francesco è quella di “attualizzare” il paradigma della fede cristiana, rendere la presenza di Gesù Cristo nella vita dei giovani giunti da tutto il mondo più vicina e lo fa con il messaggio di prossimità dell’esperienza cristiana: “Lui che vi conosce, conosce il cuore di ognuno di voi, conosce la vita di ognuno di voi, conosce le gioie, conosce le tristezze, i successi e i fallimenti, conosce il vostro cuore. E oggi Lui dice a voi, qui, a Lisbona, in questa Giornata Mondiale della Gioventù: “Non temete, non temete, coraggio, non abbiate paura!”.