Trasporti
Italia Trasporto Aereo scopre le carte del piano industriale
Di Redazione
Bye Bye Alitalia, welcome Italia Trasporto Aereo Spa. La newco accende i motori con la firma del decreto istitutivo da parte del Ministro del Lavoro Catalfo, dei Trasporti De Micheli, dello Sviluppo Economico Patuanelli e dell’Economia Gualtieri. Ora si attende (8-10 giorni) la messa a punto del piano industriale della società.
Di questo si è parlato durante l'audizione dedicata a ITA in Commissione Trasporti della Camera. La ITA Spa, ad oggi, è suddivisa in quattro comitati tematici: controllo e rischi, remunerazione e nomine, sostenibilità e scenari. L’obiettivo della compagnia, secondo il suo Presidente l’ingegner Francesco Caio, è quello di avere un piano ancorato al contesto, dinamico, in grado di cogliere le possibilità di crescita del traffico, post pandemia, e di far evolvere rapidamente le sue strutture in funzione dell’evoluzione della domanda.
La consapevolezza nel raggiungimento di tali obiettivi è che l’azienda deve poter stare a suo agio sul mercato e recuperare connettività nel Paese, con attenzione particolare alla sostenibilità. Ma si vola in un cielo in cui le low cost valgono il 50% del mercato ed i valori positivi vengono trainati o dagli aeroporti dipendenti dalle compagnie a basso costo o da quelli che hanno rilevanza a livello internazionale. Due asset importanti che non si possono sottovalutare.
Fabio Lazzerini, AD di ITA Spa, descrive il caso Fiumicino, dal quale si evince un incremento costante del traffico intorno al 2% annuo, grazie alla crescita del mercato extra Eu e al lavoro di attrazione di vettori intercontinentali, con in testa la Cina. Ma ogni aeroporto fa caso a sé. E un po' a sorpresa l’Onorevole Giorgio Mulè (FI) paventa la possibilità di creare una vera e propria alleanza con la Cina.
Un problema precedente all'emergenza Covid, ora acutizzato, è quello dell’eccesso di domanda rispetto all’offerta. Che bisogna oggi incrociare con le previsioni di ripresa del traffico aereo. Per questa ragione sono stati sottoposti i grafici IATA ed Eurocontrol che hanno offerto ai partecipanti diverse visioni degli scenari futuri. Secondo IATA lo scenario più probabile è che torneremo a volare nel 2022 con la stessa frequenza del 2019 e con un grande aiuto da parte dell’Asia; volendo essere più realisti la normalità tornerà nel 2023; mentre in un quadro pessimistico basato sull’inesistenza dei vaccini (worst scenario), non si tornerà a viaggiare prima del 2025. Eurocontrol ha presentato dati basati sulla capacità aerea, e previsto una ripresa accelerata positiva che oscilla tra il 2023 ed il 2024, con un worst scenario che raggiunge il 2025.
Oltre agli aspetti numerici bisogna valutare quelli qualitativi, ovvero gli effetti strutturali come gli impatti sui volumi che derivano dal cambiamento delle abitudini. Le conseguenze che verranno registrate dal cambio della quotidianità dovranno considerare: le aziende che hanno favorito lo smart working (che potrebbe rallentare la curva di ripresa del traffico legato al business), l’apertura di corridoi internazionali di viaggio e la diffusione sia del vaccino che degli screening di massa.
Un piano industriale sostenibile a livello finanziario e graduale per gli investimenti sono i temi che hanno interessato le domande poste dai partecipanti, curiosi anche della distribuzione in termini di investimenti dei 3 miliardi di euro messi a disposizione. Gli Onorevoli Lupi (Misto) e Mulè si sono mostrati preoccupati dell’insufficienza delle risorse a disposizione, soprattutto dopo aver sottolineato il negativo andamento dei mercati. Un timore giustificato che riguarda anche il futuro dei dipendenti ormai ex-Alitalia, divisi a metà tra affereni la parte commissariata e la newco. Sugli aspetti occupazionali si sono soffermati gli Onorevoli Gariglio (PD) e Fassina (LU) e per questo Lazzerini ha spiegato: “il capitale verrà utilizzato nei primi 18 mesi con modularità” una strategia che fa riferimento anche al dialogo con i sindacati, punto dolente esploso dall’Onorevole Zanella (LN). A tal proposito viene fatta menzione dell’efficienza organizzativa e operativa, da mettere in campo a fianco della digitalizzazione dell’azienda, per eliminare stratificazioni gerarchiche e accorciare il flusso interattivo tra i vertici dell’azienda ed i clienti e migliorare flessibilità e agilità.
Un punto emerso come decisivo per l'efficacia del piano industriale riguarda la gestione delle partnership: interne, esterne e preesistenti, con un’attenta distinzione tra quelle commerciali e industriali. Solo una saggia gestione delle partnership renderà il progetto industriale in grado di sviluppare complementarietà tra flotta e network. Un tema che ha interessato Lupi e Nobili (IV) , i quali hanno riproposto l'accordo con Ferrovie dello Stato, logica sinergia tra partecipate statali, dai potenziali effetti positivi anche in termini di concorrenza internazionale. L'azienda ha fatto sapere che verrà effettuata una selezione degli sbocchi internazionali profittevoli in tutti i raggi di rotta per la ripresa. E che sarà comunque necessario sperimentare.
L'obiettivo di breve periodo è completare il piano industriale, sottoporlo alla Commissione europea e al Governo per decollare, letteralmente, i primi di aprile.
Nicolò Marcon