Food
Carne coltivata, gli Usa l’hanno approvata. L’Europa riflette
Di Giuliana Mastri
La Fda e il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) hanno approvato per la prima volta la vendita di carne coltivata in laboratorio al pubblico. Insomma adesso questo prodotto rivoluzionario potrà essere liberamente acquistato nei supermercati o consumato al ristorante, essendo ritenuto sicuro per il consumo umano. Secondo molti si tratta di un passaggio epocale nella storia dell’alimentazione umana.
A ricevere il via libera sono state due aziende: la Good Meat e Upside Foods. In entrambi i casi sono stati approvati prodotti a base di carne di pollo. La carne coltivata si ottiene a partire da campioni di cellule estratti da un animale e fatti moltiplicare in laboratorio all’interno di un apposito bioreattore o fermentatore. Le cellule vengono fatte crescere e moltiplicare a temperatura e ossigenazione controllate, col supporto di un liquido nutritivo che favorisce il processo biologico. Gli strati di cellule vengono organizzati e stampati per ottenere hamburger, bocconcini e altri formati di carne, dal sapore e dalla consistenza assimilabili alle vera carne, anche se mancherebbe la naturalezza degli strati di grasso che aggiungono sapore.
Il processo avviene all’interno di un ambiente controllato, le cellule vengono nutrite con un mix calibrato di amminoacidi, carboidrati e micronutrienti senza l’ausilio di antibiotici, ormoni della crescita e prodotti geneticamente modificati. Ecco perché viene considerata sicura dal punto di vista della salute e il via libera da parte dell’Fda non stupisce, sebbene ci sia bisogno di ulteriori studi più approfonditi sulla natura di questo prodotto, ragion per cui le autorità alimentari europee ancora non hanno deliberato nulla in merito alla carne coltivata e l’Italia. Nel frattempo, sta già lavorando anticipatamente per vietarla, con un disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri. Non è infatti solo una questione di rischi per la saluta, ma semplicemente di interesse economico. Le nazioni che si caratterizzano per una ricca e pregiata produzione di carne, non hanno motivo di esporsi alla concorrenza di realtà di laboratorio. Non conviene competere neppure sul prezzo finale della carne, anche se non è detto che quella di laboratorio costerebbe meno. Di contro, però, ci sarebbero i benefici per l’ambiente e di razionalizzazione dei costi. Anche se allo spreco di acqua e CO2 probabilmente si sostituirebbero altri consumi. Infine l’argomento della sofferenza degli animali che verrebbe evitata. Tuttavia questo è un tema più etico che politico.
Ad ogni modo, come in generale, il primo passo da parte degli Stati Uniti influenza sempre molto le azioni di Europa e Italia, che poi quasi sempre si accodano nella sanità, nella difesa e nella politica estera. Meno sul cibo, di cui la sapienza il Vecchio Continente ha fatto sempre vanto. Staremo a vedere.