Nella riunione della Direzione nazionale del Pd Elly Schein pronuncia il discorso della coesione. Perfettamente sintonizzata sulle frequenze instabili di questo periodo lo afferma chiaramente: «A me tocca tenervi, provare a tenervi – specifica –. Troviamo una linea, ma poi agiamo in modo corale. Conosco le dinamiche di un processo politico e so come deve essere fatto lo spartito. Non dite che la segretaria non basta da sola perché lo so da me. Credo in una leadership più collettiva». Da interpretare nei confronti di «un governo in difficoltà» su molti fronti e sul Pnrr, che va avanti a «colpi ideologici e reati spot. Così non si affronta il problema dei salari e dell’inflazione».
«Dobbiamo stare scomodi – ha proseguito – e non arrenderci alle disuguaglianze e avere sempre l’ambizione di cambiare il modello di sviluppo, a questo sottende il Next Generation e il Green Deal europeo. Non rassegniamoci a una destra che in tutto il mondo sceglie di non governare, ma cavalcare le paure che le grandi trasformazioni portano».
Sul Ddl Giustizia la segretaria ha detto che i democratici sono disponibili a una riforma dell’abuso d’ufficio ma non all’abrogazione, che è anche in contrasto con la normativa europea. Su questi temi il Pd si era mosso secondo altre logiche, depositando un disegno di legge sulla modifica della responsabilità penale dei sindaci e sulla modifica della legge Severino, auspicando anche la revisione del lavoro di Orlando sulle intercettazioni.
Per quanto riguarda l’alluvione in Emilia-Romagna, dopo il messaggio di vicinanza è stato chiesto che il governo nomini subito un commissario, «nel rispetto della filiera istituzionale regionale, che ha già dimostrato di saper lavorare». Poi Schlein ha annunciato che intende organizzare la Festa dell’Unità proprio a Ravenna.
Il versante dei diritti civili, ha sottolineato Schlein, significa una ferma adesione all’«onda Pride, al matrimonio egualitario, alle adozioni gay e al riconoscimento delle differenze».
La leader ci ha tenuto a specificare che non sente il partito come perdente e la brutta performance delle ultime elezioni comunali non deve influenzare eccessivamente. Elly Schlein anzi ritiene che con le giuste condotte ci sia molto spazio per il consenso, soprattutto rimanendo aperti alle alleanze su un ampio spettro di scelta. Infatti ha rimarcato: «Secondo i sondaggi il Pd ha recuperato circa 6 punti percentuali. C’è stata una tornata delle amministrative che ha portato una sconfitta. Allora, per prepararci alla prossima tornata amministrativa, ho chiesto a Baruffi (responsabile enti locali nella segreteria nazionale) di lavorare al quadro dei comuni che andranno al voto nel 2024. Ovviamente il Pd non basta a se stesso. Si dice che le europee non portano alle coalizioni? Ma perché? La destra compete nel proporzionale ma si unisce poi in coalizione. Dico con forza ai nostri interlocutori, non tradiamo le aspettative a chi ci chiede di contrastare questa destra».
Il Pd può tra l’altro ora essere più forte grazie a chi si è rimesso la casacca, Schlein ha fatto riferimento allo scioglimento di Articolo Uno, ringraziando «Roberto Speranza di questa scelta coraggiosa e unitaria e Pier Luigi Bersani di essere rientrato per darci una mano».
Si evince chiaramente che in vista delle europee l’ex vicepresidente regionale parlerà con tutti a sinistra, o quasi tutti, non nascondendo un certo fastidio nei confronti dell’operato di Matteo Renzi, con il partito da lui fondato che nelle elezioni in Molise è alleato della destra, mentre il Pd correrà a fianco dei 5Stelle. Lo stesso Renzi che, ha ricordato la Schlein, «appena eletto ha invitato Berlusconi (al Nazareno) per farci un patto. Se Calenda mi invita – ha osservato – vado a portare un saluto ma non per questo sono per il sindaco d’Italia». Spunti chiari e netti: nel 2024 e oltre saranno fondamentali le alleanze, per utili convergenze, ma mai a verso destra. Non a caso, crede Schlein, «c’è un’apertura di credito nei nostri confronti. Che ci ha permesso in questi tre mesi di riportare il partito nei sondaggi dal 15% al 21%, di raccogliere nuove iscrizioni».
Le iscrizioni non sono una faccenda secondaria secondo la nuova leader, che oggi ha parlato di una «estate militante», in cui poter fare comunque un attività importante, di ricostruzione dei legami politici: «A fianco alle istanze portiamo il tesseramento».
A tal proposito la segretaria ha fatto notare che: «Il 30 giugno organizziamo una grande iniziativa sulla casa, invitando associazioni dei proprietari e sindacati degli inquilini, terzo settore, associazioni e studenti, così da valorizzare le buone pratiche che già portiamo avanti nei comuni a guida Pd. L’impossibilità di trovare casa mina il diritto allo studio. Il governo Meloni non ha confermato i 330 milioni per il fondo per l’affitto e la morosità incolpevole e quindi chiediamo che il governo ci ripensi e confermi quelle risorse importanti».
Un intervento politico ma anche di “team building”, utilizzando un linguaggio aziendale. Non si può negare che il Pd stia attraversando la sua fase cruciale. Se la supererà lo potremmo capire solo più avanti, ma certamente, comunque vada, questo passaggio riguarda una definizione di identità che avrà effetti sulle dinamiche politiche future.