Economia
Forum Italo-tedesco. Due paesi sempre più interdipendenti sfidano il domani
Di Giampiero Cinelli
Focus sui rapporti bilaterali come risorsa strategica attraverso politiche industriali comuni. Si è svolta oggi, in forma ridotta e a un orario diverso da quello inizialmente programmato per rispettare la giornata di lutto nazionale e non sovrapporsi alle esequie di Stato di Silvio Berlusconi, la diciassettesima edizione del Forum economico italo-tedesco, il tradizionale appuntamento della Camera di Commercio Italo-Germanica AHK Italien dedicato ai temi caldi nei rapporti tra i due Paesi.
Al centro dell’edizione 2023 le prospettive per la partnership tra Italia e Germania, intese come ecosistema produttivo, con particolare attenzione ai temi dell’energia, Ricerca & Sviluppo ed economia circolare, e al rafforzamento delle sinergie bilaterali. In apertura è intervenuta Monica Poggio, presidente AHK Italien, che ha sottolineato il legame strutturale tra i due principali Paesi manifatturieri d’Europa e le esigenze e priorità che oggi li legano e che pongono la necessità di strategie comuni. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, impossibilitato a partecipare per via del lutto nazionale, ha inviato un saluto scritto in cui sottolinea la necessità di dialogo tra Italia e Germania. «Compito dei nostri Governi – afferma il ministro – è quello di essere pronti a cogliere le mutate tendenze globali e continuare ad assistere al meglio le nostre imprese in questo rinnovato scenario, anche per prepararle ad affrontare una concorrenza che sarà molto ‘assertiva’».
Nel corso dell’evento, è stato presentato uno studio realizzato in collaborazione con Ipsos e dedicato alle principali dinamiche che intessano le aziende italiane e tedesche, con un focus sulla transizione verde e digitale. Secondo i dati raccolti dall’istituto, Germania e Italia sono i Paesi con la reputazione più alta nel contesto europeo, ma in Germania si rileva un clima di maggiore fiducia per quanto riguarda la situazione economica attuale. Per quanto riguarda l’analisi della situazione delle imprese, invece, è l’83% del campione ad aver investito nel corso dell’ultimo anno, soprattutto in formazione (50%) e trasformazione digitale (44%). Emerge la priorità di facilitare gli investimenti sulla transizione ecologica: è infatti solo il 32% delle imprese ad aver mobilitato risorse in questo ambito nel 2022, concentrandosi inoltre su interventi di efficientamento, dunque in prima battuta in via emergenziale, in risposta alla crisi energetica. Il 29% delle aziende ritiene che la transizione ecologica comporti difficoltà in entrambi i Paesi, mentre il 39% del campione riscontra condizioni più favorevoli in Germania.
Con il vice cancelliere della Germania Robert Habeck «abbiamo ribadito che le due potenze manifatturiere del Continente devono lavorare innanzitutto ad un’agenda positiva che stimoli la crescita e supporti le nostre imprese nei casi di palesi violazioni di regole di condotta o di norme stabilite in sede multilaterale da parte di altri attori globali», ha affermato il ministro delle Imprese e del made in Italy, nel messaggio inviato, anticipando che nei prossimi giorni incontrerà di nuovo Habeck. Il confronto verterà su “come garantire approvvigionamenti sicuri alle nostre imprese e per concordare una strategia condivisa sul rafforzamento della cooperazione industriale bilaterale sulla via della doppia transizione climatica e digitale.
«Transizione, energia e investimenti questi sono i temi su cui vogliamo focalizzarci per rafforzare la nostra partnership e sprigionare tutto il potenziale dei nostri sistemi produttivi rendendo sempre più vivo l’ecosistema che unisce Italia e Germania – ha affermato la presidente della Camera di commercio italo-germanica, Ahk Italien Monica Poggio, ricordando che l’interscambio tra i due Paesi è aumentato del 18,2% nel 2022 a 168,5 miliardi e con esso è aumentata l’interdipendenza –. La recessione tecnica tedesca pone dei rischi anche al sistema italiano che ha in Berlino il partner principale, soprattutto per settori nevralgici per la produzione italiana e per le aree più produttive». Per evitare che questa interconnessione diventi un rischio, secondo la presidente di Ahk Italien, «occorre sfruttarla come una risorsa, pianificando politiche industriali coordinate e utilizzando tutto il peso della nostra partnership anche sul piano europeo”. Tutelare la nostra manifattura innovandola sarà centrale per garantire un futuro ai nostri due Paesi e al sistema produttivo europeo».