Esteri
Come i media stranieri hanno raccontato la morte di Silvio Berlusconi
Di Flavia Iannilli
“Silvio Berlusconi: il combattente che ha guidato il centro-destra e che è stato protagonista della politica in Italia e in Europa per generazioni. Padre, imprenditore, eurodeputato, Presidente del Consiglio, senatore. Ha lasciato il segno e non sarà dimenticato. Grazie Silvio”. Così recita il tweet di Roberta Metsola Presidente del Parlamento Europeo.
Sarà un retaggio dell’accordo a Pratica di Mare tra NATO e Russia? Poco importa, così come non è rilevante che a parlarne o a scriverne siano amici o avversari. La notizia della morte di Berlusconi ha suscitato grande scalpore in tutto il mondo e la stampa estera gli ha dedicato titoli e pagine intere, talvolta sottolineandone la rilevanza politica, altre volte stigmatizzando alcuni suoi comportamenti.
“Silvio Berlusconi: L’uomo che ha sedotto un intero Paese. Se c’è una cosa che ha definito il memorabile primo ministro italiano è stato il suo travolgente desiderio di essere amato”. Così lo ricorda Politico, il quotidiano sbarcato a Bruxelles leader nella bubble dell’informazione europea.
“Ha cambiato il mondo, se non in meglio. In tutti i suoi anni in politica, Silvio Berlusconi si è preoccupato soprattutto di una cosa: se stesso. Ha aperto la strada a tanti populisti, demagoghi e giramondo. Cos’altro è rimasto di lui?”. Questo il taglio assunto dal Süddeutsche Zeitung, uno dei più importanti quotidiani tedeschi.
Il Frankfurter Allgemeine Zeitung, sempre con sede in Germania, sceglie una linea particolare: “Ha governato il palcoscenico, ha governato gli affari e la politica fino alla sua morte. Perchè molti italiani hanno voluto riconoscere nell’uomo dai tanti intrecci l’ultimo pulito”.
Parte da questo presupposto e si sofferma sul libro biografico scritto da Alan Friedman e nonostante il titolo: “Il seduttore d’Italia”, spiega la nascita di un’opera di grande successo. “A metà del 2014, Silvio Berlusconi e il giornalista americano Alan Friedman hanno concordato un progetto di libro. Berlusconi ha promesso che avrebbe raccontato a Friedman la sua storia, e Friedman avrebbe potuto scrivere quello che voleva in seguito. Dopo più di cento ore di conversazione, il risultato è stato una straordinaria biografia sull’uomo, uomo d’azione e sovrano Silvio Berlusconi, che è stata successivamente tradotta in 19 lingue”.
Il francese Le Monde sceglie una lettura più distaccata e didascalica: “Silvio Berlusconi, figura di spicco della destra italiana, è morto. Il Cavaliere, tre volte alla guida del governo italiano, imprenditore dei media, a lungo proprietario del Milan, ha visto la sua carriera segnata da una serie di scandali pubblici e privati. Morto a Milano il 12 giugno”.
A dare un taglio differente nel titolo è Le Figarò: “Silvio Berlusconi, il gigante della destra italiana”. Ma con un sottotitolo tagliente: “È morto all’età di 86 anni lo scandaloso Cavaliere, imprenditore salito tre volte a capo del governo”.
L’emittente televisiva del Qatar Al Jazeera dà ampio spazio alla figura del Cavaliere, non solo con uno sguardo agli esteri: “Putin e Orban guidano gli omaggi globali per l’italiano Silvio Berlusconi. Politici italiani, leader mondiali e personaggi dello sport ricordano la sua figura appariscente, morta a 86 anni”.
Ma anche con un verticale: “L’italiano Berlusconi, ‘il cavaliere’ noto per gli scandali, muore a 86 anni. Il tycoon, ex presidente del Consiglio italiano e maestro di polemiche politiche e personali, raramente è uscito dai titoli di giornale”.
“Muore Silvio Berlusconi, l’uomo che ha definito l’Italia del XXI secolo” è il titolo assegnato da El Paìs, esaltandone doti e successi: “Tre volte presidente del Consiglio, proprietario di Mediaset ed ex presidente del club rossonero, è riuscito ad estendere la formula del suo allettante successo imprenditoriale alla gestione del bene comune e a gettare i semi del populismo di oggi”.
Mentre la BBC dà una sfaccettatura nostalgica alla notizia: “Silvio Berlusconi: come l’ex primo ministro italiano ha cambiato l’Italia”, regalando un sottotitolo che racchiude il pensiero di molti: “Questa è la fine di un’era. È molto difficile immaginare l’Italia senza Silvio Berlusconi, anche se è stata alle prese con la sua identità in un’era post-Berlusconi”.